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Home L'Editoriale

Il governo tiene. Inizia il duello per la leadership

di Nicola Silenti
30 Luglio 2018
in L'Editoriale
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Il governo tiene. Inizia il duello per la leadership

 

 

Un paese all’insegna del giallo e del verde. In barba alle speculazioni politiche più bieche e agli editoriali più angoscianti e allarmistici dei grandi quotidiani nazionali, a dispetto di Bruxelles e dei burocrati della Banca centrale europea il popolo italiano continua a sostenere e a chiedere di essere governato dall’alleanza Movimento cinque stelle e Lega. Una volontà che si spiega con il grande seguito popolare delle due forze politiche e dei due rispettivi leaders Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma che trova ragione soprattutto nel poderoso malcontento popolare prodotto dalla condotta di una classe politica ormai squalificata, in larga misura incapace di dare un seguito concreto alle richieste di cambiamento del Paese. Una classe politica ridotta ormai all’irrilevanza da un’ondata di protesta e disapprovazione, certo, ma anche una pressante richiesta di soluzioni a questioni annose neppure scalfite dai governi precedenti in materia di lavoro, immigrazione, fisco e sanità, giusto per citarne alcuni. Questioni rimaste per decenni inascoltate, e che oggi sembrano finalmente in cima all’agenda politica di un governo in cui tanti italiani ripongono la fiducia e le speranze di rinnovamento.

Delusi e scottati da chi aveva promesso negli ultimi anni di rivoluzionare il Paese e ricreare almeno in parte le condizioni per dare vita al benessere di qualche decennio fa, gli italiani hanno oggi le idee chiare su chi li possa condurre fuori dal baratro economico e sociale di questi anni. Una volontà chiara e ogni giorno più vigorosa, a giudicare dai risultati inequivocabili dei più recenti sondaggi di opinione che danno l’alleanza Cinque stelle – Lega oltre il 60 per cento dei consensi, un risultato senza precedenti nell’Italia del Dopoguerra e che non sembra avere ancora esaurito la sua spinta propulsiva.

Un consenso “monstre” segnato dallo spasmodico testa a testa tra i due alleati di governo, con il movimento 5 Stelle e la Lega a contendersi a suon di like sui social media e prime pagine di stampa la palma di prima forza politica del Paese con circa il 30 per cento delle preferenze ciascuno. Un testa a testa giocato sui decimali che vede primeggiare di volta in volta gli uni o gli altri sulla spinta del dibattito pubblico, con Matteo Salvini primattore e la sua Lega protagonista nella questione migranti e i cinque stelle di Luigi Di Maio trascinati nel favore popolare sulla spinta di provvedimenti come l’abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari e la chiusura del famigerato Air force Renzi, l’aereo di Stato preso a nolo con contratto pluriennale dal fu presidente del Consiglio, con un risparmio stimato in oltre 110 milioni di euro. A ben vedere tutti provvedimenti particolarmente graditi all’opinione pubblica, che tuttavia segnalano in controluce le prime avvisaglie dei pericoli che si celano nella concorrenza tra i due alleati di governo, una contesa senza esclusione di colpi che rischia di tradursi in una gara all’annuncio più spinto e al provvedimento più roboante: i foschi indizi di una contesa in divenire, che sembrano assomigliare ogni giorno di più alla innocua palla di neve che però anticipa la valanga.

D’altronde, le legittime ambizioni di due giovani leaders come Di Maio e Salvini non possono esaurirsi nei pur prestigiosi incarichi ministeriali ricoperti tanto più alla luce delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, che potrebbero ridisegnare i rapporti di forza tra alleati nella compagine governativa o, addirittura, spingere i più oltranzisti di una parte o dell’altra a far saltare il tavolo di Palazzo Chigi per un cambio alla presidenza del Consiglio. In realtà, anche alla luce di una volontà popolare che sembra al momento ostile a qualsiasi scompaginamento dell’esecutivo, perlomeno nel breve periodo, non sembra all’orizzonte una rottura tra i due alleati di governo, sebbene la politica degli ultimi anni ci abbia insegnato quanto tutto, nei palazzi romani, sia precario e in balìa di ogni spiffero, anche quello più impensabile. Di certo, l’ipotesi di nuove elezioni politiche non sembra interessare nessuno: una circostanza, questa, che gioca a favore di Giuseppe Conte, il tanto sottovalutato terzo incomodo che rischia di trasformarsi nel protagonista di questa nuova stagione politica.

 

Tags: Giuseppe ConteLuigi Di MaioMatteo Salvini
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