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Home L'Editoriale

La bomba MOAB e il ritorno del dottor Stranamore

di Piero Visani
15 Aprile 2017
in L'Editoriale
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La bomba MOAB e il ritorno del dottor Stranamore

Tra le tante considerazioni che sono state fatte sul recentissimo impiego, da parte statunitense, della MOAB (Massive Ordinance Air Blast bomb), quella che a mio avviso è la più importante è risultata probabilmente una delle più trascurate: il crescente ricorso ad ordigni di tipo convenzionale sempre più potenti sta ad indicare una sola cosa, l’evidente intento – da parte degli USA – di elevare sempre più la soglia di accettabilità di un conflitto elevando, al tempo stesso, il livello di potenza degli ordigni di tipo convenzionale.
     L’utilizzo della Moab, sperimentata in un teatro operativo come quello afghano e per di più contro l’ISIS (cioè contro un nemico ideale, le cui ramificazioni in Afghanistan sono in realtà tutte da dimostrare), è chiaramente un messaggio trasversale mandato a destinatari ben diversi dai seguaci del Califfato o dai talebani: nel contesto operativo in cui è stata impiegata, infatti, il suo utilizzo equivale a quello di dare la caccia ad un calabrone entrato in casa con una Beretta calibro 9. Come minimo, c’è un potente rischio di overkilling e per di più a carico della popolazione civile. Tuttavia, non potendo sperimentare un’arma del genere sulla Russia o sulla Cina, si è preferito verificare “sul campo” che essa funzionasse come richiesto, e pare che gli esiti siano stati soddisfacenti.
       Nel mondo occidentale, quello che conta è non varcare mai la soglia nucleare. Se ciò non accade, che si tratti di armi scalari, di MOAB o di altri sistemi d’arma più o meno segreti che la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) sta sviluppando negli USA a ritmi elevati e grazie a finanziamenti massicci, tutti si sentono più tranquilli: il tabù non è infranto. Ma non è assolutamente così, perché ogni passo che viene fatto in direzione di un crescente livello di letalità e di facilità di impiego delle armi convenzionali ci avvicina alla possibilità di una guerra, in quanto chi le dovesse utilizzare potrà sempre dire di “non aver varcato la soglia nucleare” e dunque di essere rimasto, per così dire, “dalla parte della ragione e del diritto internazionale“.
       Siamo entrati da tempo in una fase di anteguerra, nella quale ci immergiamo ogni giorno di più e alla quale la sempre più straordinaria potenza e letalità degli ordigni convenzionali non fa che ulteriormente avvicinarci. Credo sia utile saperlo, perché morire non per un’esplosione nucleare ma perché trasformati in poltiglia dalle armi scalari o letteralmente annientati dagli effetti di una bomba come la MOAB non credo che ci faccia sentire più sicuri, al massimo più “politicamente corretti”…
Tags: AfghanistanCinaguerreRussiaUSA
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