Mercoledì 25 settembre, a Palazzo Firenze – sede romana della Società Dante e dell’UNESCO – è stata inaugurata la mostra “Luciano Salce: L’ironia è una cosa seria”, in memoria del grande regista (e non solo), scomparso 30 anni fa.
Il bellissimo palazzo cinquecentesco ospita, per un paio di settimane, nel chiostro una serie di pannelli ripercorrenti in sequenza cronologica tappe della vita e della carriera del geniale “uomo dalla bocca storta” (il segno particolare di Salce era conseguenza d’un incidente automobilistico di cui fu responsabile suo padre): cineasta di vaglia non soltanto in veste di regista (fu anche sceneggiatore), attore non soltanto davanti alla macchina di presa (ancor prima, a teatro), oltre che commediografo, autore di canzoni, conduttore di trasmissioni alla tv e alla radio; e in una saletta, memorabilia (disegni e manoscritti, poster di film, vinili da colonne sonore, foto di scena, libri) del signor Pilantra (lo pseudonimo portoghese con cui Salce ricordava la fase brasiliana della sua carriera).

Emanuele Salce (curatore della mostra con Andrea Pergolari), figlio di Luciano e Diletta D’Andrea, prima del dibattito condotto da Mario Sesti ha simpaticamente ricordato che sì, sono trascorsi 30 anni dalla morte di suo padre, ma che l’inaugurazione cadeva nel giorno della nascita; che fosse quindi non una commemorazione, ma una festa di compleanno. Il critico Valerio Caprara, che con compiacimento ha preteso di vedere in Salce un alfiere delle solite baggianate ‘68ine, ha stigmatizzato le etichette che proprio la sua scuola appose sul grande autore: “incompreso” (non proprio una colpa) e “qualunquista” (distinguendo fra il qualunquismo “benigno” attribuito a Totò – che proprio da quella critica era bistrattato – e quello più consapevole e perciò pernicioso di cui si incolpava, non a ragion veduta, Salce).
Una bellissima occasione per ricordare un protagonista del costume italiano, autore di film che, volente o nolente la critica, hanno segnato il nostro immaginario: da “Il federale” a “Vieni avanti cretino”, passando per le due pietre miliari realizzate in collaborazione con Paolo Villaggio: i primi due episodi di “Fantozzi”.
Luciano Salce. L’ironia è una cosa seria
Palazzo Firenze, Società Dante Alighieri (Roma, Piazza di Firenze 27)
26 settembre – 6 ottobre 2019
Orario 10:00-19:00, ingresso libero