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Home Penna Pellicola Palco

Stroncature/ L’ultimo lavoro di Sergio Rizzo, il censore servile

di Vincenzo Pacifici
16 Novembre 2016
in Penna Pellicola Palco
0
Stroncature/ L’ultimo lavoro di Sergio Rizzo, il censore servile

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Il bilancio, presentato da Rizzo in chiusura, è chiaro e condivisibile. Di fronte alla situazione generale del Paese: “Nessuno però che abbia il coraggio di puntare il dito contro il vero problema: la qualità scadente di una classe dirigente sempre più ripiegata su se stessa e sui propri interessi di di bottega, corporazione, corrente politica, comitiva balneare o salotto, al punto da non vedere quanto l’orlo del baratro sia pericolosamente vicino. Anche perché chi lo facesse, finirebbe per puntare quel dito contro se stesso”.

Eppure nello scorrere del libro (La Repubblica dei brocchi), esso appare deludente e debole, oltre che ripetitivo, in alcuni passaggi quanto mai opinabile e immotivatamente ristretto e solo allusivo del presente. Ad esempio dedica alcune pagine al curriculum vitae di Mariastella Gelmini, figura tutt’altro che simpatica, giunta ad incarichi salienti, mediocremente ricoperti, e non dedica lo stesso spazio (forse perché impossibile da costruire?), alle ministre ed ai ministri del gabinetto “guidato” da Renzi, noto per la meschinità del passato pubblico, dei quali ignoriamo i meriti, i titoli e le esperienze per le poltrone loro assegnate. Tanto per citare dei casi, quale qualificazione hanno per il settore nevralgico della pubblica amministrazione, oggetto di una accurata rilevazione di Rizzo, una Madia o per quelli cruciali della Difesa e e delle Politiche agricole una Pinotti o un Martina per non parlare della Mogherini e soprattutto la Boschi? La parlamentare toscana ha compiuti nel campo nel quale opera e discetta studi approfonditi ed analisi capillari? Proprio sul conto della Boschi e sull’operato del padre Rizzo riesce ad essere telegrafico e sintetico, al contrario di quanto fatto per vicende bancarie di minore entità e di più ridotta incidenza sociale.

Ugualmente a poche righe, prive della dovuta severità, è circoscritta l’attenzione per il caso increscioso, da autentico basso impero, della Manzione, comandante dei vigili urbani di Firenze, di cui si è tentata addirittura la nomina a consigliere di Stato.

Non merita osservazioni e tanto meno critiche, salvo che in chiusura del tema, Rizzo nella denunzia della situazione scolastica, strumentalizzata con assunzioni esagerate, gravosissime per l’erario, senza sconfitta dell’annoso problema del precariato. L’autore commina una condanna collettiva a tutti i ministri dell’Istruzione, senza gettare lo sguardo sugli effetti ormai diffusi e generalizzati della c.d. “buona scuola”, caotica e senza futuro costruttivo sin nei più piccoli istituti di istruzione. Per una volta e sola per una volta Rizzo trova lo spunto ironico, tracciando l’elenco (una decina) delle “fatiche letterarie alle spalle” di Renzi.

Appaiono una ingiustificata “caccia alle streghe” la denunzia dei successi elettorali, conseguiti in campo amministrativo dai dipendenti dell’Azienda dei trasporti romana (ATAC), come non fossero stati eletti da semplici cittadini e davvero non in virtù di incarichi spesso marginali, e la contestazione al sistema di designazione dei c.d. futuri “senatori”, senza ricordare la strada del voto percorsa da tutti i consiglieri regionali entrati in precedenza a Montecitorio o a palazzo Madama.

Totalmente errata è poi la responsabilità addebitata alle burocrazie nella stesura delle leggi e dei sempre più frequenti “decreti attuativi”, attraverso cui i politici e solo i politici, come l’attuale esecutivo, e non “una corporazione di mandarini sempre più potente e mediocre” espropriano di fatto con un disegno perverso, mai seriamente riprovato, il Parlamento del potere legislativo.

Etica è la parola centrale delle pagine finali, etica in ogni angolo della realtà pubblica, da abbinare ad indipendenza ed autonomia nell’operato. E l’esempio più consistente e rilevante è quello della magistratura, ancora esasperatamente padrona di se stessa, con il potere politico acquiescente e silente perché protetto e garantito nelle sue ambizioni e nei suoi propositi.

 

 

SERGIO RIZZO,

La Repubblica dei brocchi. Il declino della classe dirigente italiana, Milano, Feltrinelli, novembre 2016,

pp. 271, Euro 17,00.

Tags: Sergio Rizzo
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