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Taglio dei parlamentari/ Perchè la destra non doveva votare una riforma bidone

di Mario Flugy Ravetto
10 Ottobre 2019
in Home, Pòlis
0
Taglio dei parlamentari/ Perchè la destra non doveva votare una riforma bidone

Ammettiamo di essere parecchio perplessi dinnanzi al voto favorevole di Fratelli d’Italia al taglio dei parlamentari. Abbiamo dato un apporto determinante, almeno in Senato, al varo di una riforma che appare insensata per almeno due validi motivi.


IL PRIMO: è insensato ridurre il numero dei parlamentari, senza che questo si accompagni contestualmente alla elezione diretta del Capo dello Stato, che pure da Destra si continua a chiedere coerentemente da decenni ovvero, a titolo di onorevole compromesso politico, alla costituzionalizzazione della sfiducia costruttiva che renderebbe difficilissime le manovre di Palazzo, tipo il passaggio dal gialloverde al giallorosso.


IL SECONDO: una riduzione così drastica, rende ancora più lontani i parlamentari dagli elettori. Si passa da un Deputato ogni 91.000 italiani ad uno ogni 152.000, senza parlare del Senato,dove avremo un Senatore ogni 308.000 elettori, elevando così, la presunta “CASTA”, al rango di OLIGARCHIA costituzionale.


Questa drastica riduzione degli eletti, inoltre, determina la necessità di modificare ancora la Costituzione, per quanto riguarda il criterio di composizione del Senato, poiché, diversamente, alcune piccole regioni rimarrebbero senza rappresentanza. Ora, la pur opinabilissima riforma promossa dal Centrodestra nel 2006 previde la riduzione dei parlamentari da 630 a 518 a Montecitorio e da 315 a 252 a Palazzo Madama. In quella occasione si pose attenzione a non creare quegli squilibri che invece da ieri diventano il problema da affrontare al più presto possibile.


Con ogni evidenza, abbiamo accettato la balla dei 5 Stelle che volevano il nostro, come il Parlamento più affollato d’Europa. Gennaro Malgieri ha ricordato su questo giornale quanto sia falsa questa storia. Chi scrive, presentò,sempre quì, un elenco di parlamenti europei che smontava questa sciocchezza, già in occasione del referendum del 2016.
E così, per essere i primi della classe in Europa, da ieri, il nostro Parlamento è quello che ha, (avrà), meno eletti in rapporto alla popolazione,rispetto alle altre grandi nazioni del nostro continente come Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, per tacere delle piccole nazioni o di quelle poco popolate, come Grecia e Norvegia, perché ci parrebbe di infierire sui narratori di balle.


Ciò che tuttavia addolora di più è che la Destra ha dato l’impressione di avere subito tutto questo, rimanendo anche noi condizionati dalla canea urlante guidata da un Movimento 5 Stelle.
Ed, invece, proprio noi che abbiamo tradizionalmente avuto posizioni chiare ed articolate sul come riformare le istituzioni e che abbiamo alla nostra guida una Donna forte che parla con chiarezza all’elettorato, che sa farsi ascoltare e che avrebbe avuto gioco facilissimo a fare a pezzi questa disastrosa riforma, abbiamo rinunciato a condurre una battaglia che ci avrebbe probabilmente accreditati come forza trainante di un Centrodestra che vede, oggi gli altri due capi in serie difficoltà.


Senza contare l’opportunità unica di sfidare i 5 Stelle con argomenti chiari che avrebbero svelato il loro vero obiettivo o, piuttosto quello di chi li manovra da dietro le quinte: la definitiva distruzione della democrazia rappresentativa. Non solo, ma adesso rischiamo di trovarci di fronte, un temibilissimo avversario: Matteo Renzi. Il senatore di Rignano sembrerebbe volersi intestare una eventuale campagna per il NO a questa oscena modifica della Costituzione. Gli argomenti non gli mancheranno e saranno, per certo, quelli di cui stiamo parlando, con il probabile risultato di attrarre verso di se, non solo l ‘elettorato residuo di Forza Italia, ma, con qualche probabilità,anche altri voti provenienti dal Centrodestra. Ricordiamoci che già ci riuscì alle europee del 2014.

Dobbiamo perciò augurarci o no che riesca a raccogliere le firme di un quinto dei parlamentari,per riuscire nell’impresa di portare gli Italiani al voto contro questa riforma? E’ difficile rispondere, ma per certo, ci sentiamo di lanciare una proposta. Si è parlato di una nuova conferenza programmatica di FdI. Bene. Facciamola ! E facciamola presto.

Dedichiamola però ad una approfondita discussione su un progetto vero di modifica della Costituzione da proporre al Parlamento, ma principalmente agli Italiani. Se Renzi dovesse riuscire nell’intento, prepariamoci anche ad ammettere francamente dinanzi all’elettorato di avere commesso un errore e di essere pronti con una proposta di revisione costituzionale che affronti tutti i problemi che rendono inefficienti le Istituzioni della Repubblica. L’elettorato apprezzerà la nostra lealtà e la nostra capacità di proposta.

Tags: centrodestrademocraziaFratelli d'Italiariforma elettorale
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