Poco prima del Natale 2018, le edizioni AGA hanno pubblicato il primo romanzo di Walter Jeder, Il Diavolo e la Coda. Una copertina molto accattivante custodisce la storia di Pasquale Bonino, nato in Valbormida nel 1891. Una vita realmente indiavolata: dalle monellate che gli procurano l’esilio a Savona, al circo western di Buffalo Bill in tournée italiana, alla Guerra di Libia, alla Marcia su Roma e alla guerra civile, con sullo scenario le leggende delle masche, il campanilismo nelle valli al confine tra Liguria e Piemonte, la Marina Militare lasciata allo sbando nell’italianissima confusione post-8 settembre 1943, la ferocia dei partigiani.
Walter Jeder: Il Diavolo e la Coda

Vicende paradossali e umanissime, con spaccati di “piccolo mondo antico” tanto vividi che il lettore il quale conosca quell’Italia soltanto dai racconti dei nonni, può comunque immaginarla come se l’avesse vissuta in prima persona. Le caratterizzazioni sono precise, i personaggi sono squadernati in tutti i loro tratti – non soltanto i protagonisti, come l’indomabile Pasquale, la rocciosa moglie Maria, e l’eroica figlia Elsa cui il padre cede la scena; sembra di aver davvero incontrato anche alcuni fra i personaggi secondari. Due fra queste figure sono particolarmente suggestive e struggenti: l’elegantissima e misteriosa Lydia, il soldato tedesco Willi – un autentico romantico.
Una cronaca famigliare, senza il distacco del cronista: un romanzo viscerale, carnale (a volte troppo), magico. Ci sono il folklore, la lotta, gli affetti e le rivalità. Pasquale Bonino è una maschera da commedia dell’arte, carico di stereotipi italianissimi e strapaesani eppure atipico (quanti uomini possono vantare il suo “curriculum”?), un guitto che sa essere serissimo. Lo si vede cambiare e maturare: da anarchico a socialista e infine fascista, da monellaccio a sgobbone a soldato, da avventuriero sgangherato a padre di famiglia serissimo e nonno premuroso sino al fanatismo (come quando cerca una tata… e torna con una mucca).
Ai suoi mutamenti si accorda lo stile dell’Autore: pecoreccio e chiassoso quando narra gli episodi grotteschi, solenne ed elegante quando affronta le situazioni drammatiche, come la discesa in Italia nel conflitto mondiale sino allo sprofondamento, a seguito dell’armistizio, nel terrore partigiano.
I cambiamenti del protagonista sono invece paralleli a quelli dell’Italia, che mentre Pasquale matura diventa un paese florido, comodo, rassicurante ma comincia a perdere colori, caratteri, magie.
Il Diavolo e la Coda di Walter Jeder non è soltanto un romanzo: è un grande documento storiografico – senza la pretesa, come specifica l’Autore, di stabilire la “verità”: quella è stata ricostruita dai vincitori, con quanta e quale onestà è cosa nota. Perché all’epopea famigliare, raccontata sia con esattezza che con fantasia, si affianca la ricostruzione dei fatti storici: le guerre e i fatti politici, proposti con grande competenza, e il circo di Buffalo Bill – una testa di ponte dell’invasione americana, cui seguiranno quelle culturali, col cinema e la musica leggera, e quella militare – ricostruito da Jeder in forza d’una ricerca solida e documentata.
Manovale coatto nel circo cui si è aggregato in cerca d’avventura, Pasquale ragazzino riesce, guardando lo spettacolo di Buffalo Bill, a mettere da parte l’urto con la realtà avvilente del mondo circense, e il disincanto per l’incontro col grande cowboy – il massone alcolizzato William Cody – e sogna il selvaggio West: sembra una scena d’un bellissimo film di John Milius, Il Vento e il Leone, quando pur fra tanti episodi cruenti uno dei bambini ostaggi-ospiti del capo berbero interpretato da Sean Connery sogna le imprese del grande eroe.
Il Diavolo e la Coda, esordio da romanziere di Walter Jeder, è questo: un racconto di miserie, trivialità, anche orrori, continuando a cercare l’avventura, la leggenda, la grandezza.
Walter Jeder
IL DIAVOLO E LA CODA
AGA editrice, Milano 2018
Ppgg.456, euro 20.00