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Home L'Editoriale

Idee lunghe e piccoli consigli alla signora Meloni

di Mario Bozzi Sentieri
5 Giugno 2018
in L'Editoriale
3
Idee lunghe e piccoli consigli alla signora Meloni
       

A cinque anni dall’annus horribilis della destra italiana, costretta a fare i conti con la sconfitta elettorale e la diaspora politica, i nuovi scenari nazionali, segnati dalla nascita del governo giallo-verde,  impongono una riflessione generale sulle identità e le strategie del centrodestra o almeno di quel che rimane. 

In particolare del ruolo di Fratelli d’Italia, erede di una tradizione culturale e politica dalle radici profonde e nobili, ma che ha oggettivamente la necessità di trovare una rotta. 

Troppi i cambiamenti di percorso, le repentine frenate  e le accelerazioni nei tre mesi di vuoto governativo, seguito al voto di marzo:  dalle critiche contro il partner leghista, accusato di connivenza con il “nemico” pentastellato (la solita sindrome da otto settembre) all’ astensionismo, tutte le opzioni sul tappeto sono state declinate. A pagarne le conseguenze l’immagine di un partito sempre sul filo del 4%, oggi schiacciato tra l’opposizione “non pregiudiziale, ma senza sconti” di Forza Italia ed un populismo di governo, a trazione leghista, tutto da verificare.  La domanda sul “che fare ?” è perciò d’obbligo all’interno di un ambiente già segnato dall’effervescenza salviniana, pronta a drenare non solo consensi quanto quadri dirigenti ed eletti, specie in periferia.

Nel  Dna della “destra all’italiana” c’è l’idea fusionista che Giovanni Sartori poneva alla base del fascismo: “Mutuano da nazionalismo miti e simboli combattentistici e autoritari, dal socialismo la spinta partecipazionistica e la polemica anti-capitalista, dal centro l’esigenza di una stabile governabilità”. Da lì bisognerebbe partire a livello simbolico. Non certo per riperpetuare modelli ed esperienze già viste, quanto per ritrovare l’essenza di un percorso politico che sappia essere simultaneamente nazionale e sociale, identitario e partecipativo, meritocratico ed inclusivo.

Giorgia Meloni ha dichiarato che mette a disposizione del nuovo governo le oltre cento proposte di legge depositate da Fdi in Parlamento. Il problema vero è ora di trasformare quelle proposte in strumenti politici, in parole d’ordine, intorno a cui mobilitare l’opinione pubblica ed impegnare il nuovo esecutivo. 

In sintesi: tornare a quelle idee lunghe, al “disegno generale” di sistema su cui – per decenni – si sono misurate le forze politiche (da destra a sinistra), uscendo finalmente fuori dalla politica spot e “ad effetto”, che sembra caratterizzare, con alterne fortune, l’attuale stagione politica.

Meno tatticismi e più strategie di fondo, insomma, per la destra politica. Su questi crinali si giocano i destini del Paese e la possibilità, per chi si sente portatore dell’Idea Nazionale, di svolgere ancora un ruolo da protagonista. Pena un’irreversibile tramonto.

Tags: centrodestraFratelli d'ItaliaGiorgia MeloniGiovanni Sartori
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Commenti 3

  1. Valter Ameglio says:
    5 anni fa

    La china dell’irreversibile tramonto , per una comunità e non solo per un simbolo nello specifico , è già stata intrapresa molto tempo fa. Da quando ( 2009?) nessuno ha avuto il coraggio, la lungimiranza e la progettualità di pensare ad un qualcosa d’altro oltre il cdx. Ma ciò avrebbe avuto l’effetto di pensare ad una emancipazione dalla ” confort zone ” garantita dal Cav ma avrebbe , anche , dato la possibilità di pensare oltre.. Allora il M5S era solo un blog, la Lega era alla canna del gas e la nostra comunità con meno cariatidi e più coraggio avrebbe potuto dare parecchie risposte ai bisogni del Paese. Come diceva Almirante ” se vediamo le nostre idee sulla bocca degli altri abbiamo in ogni caso vinto ..” Accontentiamoci
    Ora l’eutanasia sarà nell’ordine naturale delle cose.
    Chi ha qualche cadreghino ed ha lottato per ciò può solo sperare che la legislatura duri… Gli altri che con olimpico distacco e fredda consapevolezza ( e siamo tanti) si sono disamorati hanno 2 alternative Saltare sul carro o andare a pescare come un apota Io preferisco la seconda

    Rispondi
  2. Gabriele Baraldi says:
    5 anni fa

    non so se l´olimpico distacco sia nelle sue conclusioni che condivido o in chi nel 2009 chi doveva guidare non ha avuto il “coraggio” o meglio l´interesse a cambiare il percorso suicida che ha portato la destra all´attuale inrilevanza, era giustamente allora che si doveva impostare una politica antisistema che ha poi portato sia 5 stelle che la Lega ai risultati di oggi.Risponderanno che hanno abbandonato il centro destra ma la realtá é che li ha cacciati Berlusconi perché non gli avrebbe assegnato i collegi giusti a quel punto hanno calato la scialuppa per salvarsi e sono ancora li……

    Rispondi
  3. Valter Ameglio says:
    5 anni fa

    L’olimpico distacco non può essere virtù di chi a precise obiezioni su una strategia politica che già allora faceva acqua rispose che teneva famiglia.Allora si definivano colonnelli che si visto, poi, come hanno perso la truppa

    Rispondi

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