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Home L'Editoriale

Ritroviamoci per provarla nuova: una Destra inclusiva e dialogante

di Raffaele Zanon
12 Giugno 2016
in L'Editoriale
4
Ritroviamoci per provarla nuova: una Destra inclusiva e dialogante
       

1559452_10206024912015030_6410224562830226920_oChi ha idee e produce azione si  faccia avanti: promuoviamo da questo sito momenti di incontro, discussioni, riflessioni per imparare ad ascoltarci con l’intento di  costruire una grande comunità di intelligenze per dare alla politica cultura e socialità. Una opportunità per porsi alla guida del cambiamento e non subire il vuoto cosmico offerto dall’attuale sistema.

Sono stanco di vedere dopo ogni tornata elettorale i soliti accorati appelli  sull’ unità del centrodestra e sulla necessità di ricompattare ciò che rimane della Destra. Un argomentare che non ci  appassiona più fino a quando non avremo la capacità di avviare una seria  fase costituente per una Destra plurale in grado di riorganizzare quelle forze che da sole hanno dimostrato di non andare da nessuna parte.

Dopo i risultati di Roma però alcune cose sono più chiare e documentabili . Il risultato di Giorgia Meloni dimostra che è attualmente l’unico leader della nuova Destra che si è conquistato  un rappresentatività a suon di consenso e di scelte coraggiose. Ogni altra opzione si è dimostrata assolutamente velleitaria e in grado di determinare alcunchè, se non dispendio di  tempo ed energie, per chi non ha capito che il tempo dei “colonnelli” e degli “intruppati” è tramontato. Fratelli d’Italia rimane l’unico movimento consolidato nello scenario della destra politica. Una realtà che comincia a crescere nel territorio pur tra mille difficoltà, e non è possibile pensare ad altre invenzioni se non ad un suo allargamento o cambio di passo verso  qualcos’altro tutto da costruire senza veti ed  aut aut.

E’ il momento di un salto di qualità per offrire un progetto capace di coinvolgere  blocchi sociali che ancora ci stanno a guardare: dai ceti produttivi alle partite IVA, dal terzo settore all’associazionismo in difesa dei diritti, dai giovani in cerca di un ruolo sociale alle donne con idee e coraggio. Dobbiamo alimentare il confronto sulla necessità di ricostruire quella Destra politica e sociale  che va rigenerata  scommettendo sulle potenzialità  di quanti in quest’area  sono capaci di porsi interrogativi  senza certezze dogmatiche, senza pregiudizi, con l’ansia di costruire analisi serie e confronto vero.

Cosa manca sull’attuale  scenario politico ed elettorale se non una Destra Nazionale e Sociale radicata e per questo spendibile e credibile? Cominciamo a lavorare  per ciò che manca di più che per una sigla elettorale o un simbolo che diventa  valore aggiunto solo se c’è sostanza.

Basta col riproporre gli errori del passato in una riedizione in sedicesimo di Alleanza Nazionale. Un partito che si è liquefatto  proprio perché  gli organi centrali erano diventati una farsa al servizio di un uomo solo. Serve una forza politica autenticamente movimentista. Una federazione di  anime diverse che sappiano confrontarsi  e creare sintesi. I leader  passano, i movimenti restano se hanno idee che aggregano  e vengano costruiti con percorsi politici fatti di  formazione sociale e politica. Il futuro centrodestra  ha bisogno di una Destra vera  che rifiuti per sempre concezioni  padronali che hanno portato la coalizione ad essere svenduta per interessi  personali e di bottega.

Tatarella ci ha insegnato che occorre passare dalla testimonianza della storia alla produzione di nuova storia. Aveva  capito che per la destra uscita dal “purgatorio” della prima Repubblica era venuto il tempo di colmare i fossati dell’ideologia, delle memorie della guerra civile, delle identità  politiche irrigidite. Gli stessi  fossati che avevano  isolato la Destra dal resto della comunità politica italiana. Dobbiamo agitare idee  ed intelligenze con una nuova strategia mediatica che valorizzi ogni buona iniziativa privilegiando ciò che veramente unisce nell’azione sociale. In definitiva una Destra che non si ritrovi solo per commemorare  e commiserarsi.

 

Tags: centrodestradestraFratelli d'ItaliaGiorgia MeloniTatarella
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Commenti 4

  1. antonio says:
    7 anni fa

    per venire ai contenuti, c’e’ un’emergenza nel campo della liberta’ di opinione. La legge Mancino ha spedito in galera moltissimi italiani per bene, rei solo di professare opinioni non gradite. Ora, con la nuova legge che manda in galera chi nega o sminuisce l’entita’ e le tecnicalita’ dell’olocausto, siamo alla dittatura. Nessun partito si oppone a questa climax. Una destra che si rispetti DEVE promuovere referendum abrogativi delle predette leggi.

    Rispondi
  2. Carmine says:
    7 anni fa

    Inviterei ad una semplice riflessione che sicuramente darebbe impulso all’azione della destra e colmerebbe quel vuoto pneumatico in cui risulta inesorabilmente imbrigliata.
    E’ una riflessione dolorosa e non comoda, ma è il frutto di una cultura, quella di destra che non vuole “solo godere” (SINISTRA) ma vuole un mondo migliore dove le persone possano convivere pacificamente sviluppando le proprie legittime aspettative e caratteristiche rispettando (DESTRA) quelle altrui
    Uno dei pilastri della “cultura di destra” è pesantemente sotto attacco ma non vi è traccia in nessuna delle righe dell’articolo presente e neanche in quelli che ho letto finora.
    Rompo gli indugi e ci provo.
    Stanno attaccando senza esclusione di colpi LA FAMIGLIA NATURALE
    La FAMIGLIA NATURALE è il pilastro della DESTRA e cioè la definizione di una società ordinata e rispettosa della convivenza definita dal rispetto dei VALORI
    Una parte del successo della Meloni è dovuta al fatto che è rimasta incinta e avremo un concittadino che nascerà naturalmente a destra a differenza dello schifo prodotto dalla sinistra di un paio di concittadini, benvenuti comunque s’intende, che sono nati dai capricci di Lo Giudice (PD) e Vendola (SEL) a colpi di decine di migliaia di euro destinate alle nuove schiave del terzo millennio.
    Ma perchè non vi accorgete che una parte della gente è ancora tradizionalmente vincolata ai veri Valori? e che, poveretti, non trovano un interlocutore valido tranne una Meloni che tra un rimprovero e l’altro al relativismo imperante sistema qualche stoccata contro questi esauriti mentali capricciosi e paranoici che identificano nell’utero in affitto il progresso dell’umanità?
    Basterebbe che la destra dicesse cose di destra
    E’ bello il matrimonio tra un’uomo e una donna
    E’ bella la fedeltà della relazione per sempre tra un uomo e una donna
    I figli si fanno naturalmente tra un uomo e una donna
    L’educazione dei figli spetta ai genitori naturali dei figli.
    Il progresso è il cellulare e i voli low-cost e non l’utero in affitto
    E cose di questo genere che sono politicamente scorrette ma che sussurrate all’orecchio della gente nei mercati durante la mia campagna elettorale hanno suscitato approvazione, rimpianto e tanta frustrazione in una società che questi Valori non li supporta e non li sopporta più!
    Va bene che il matrimonio sotto gli attacchi continui dei nipoti dei “figli dei fiori” si sta sfaldando definitivamente con una normativa sempre più anti-famiglia
    E’ sempre più difficile portare avanti parole come: per sempre, fedeltà, sacrificio, abnegazione, famiglia salda e unita
    Ma la destra vera è questa:i valori
    Non si scappa
    Non siamo centro-destra ovvero il facile compromesso
    Ma siamo LA DESTRA
    E la destra deve affermare che ci sono valori etici non negoziabili e bisogna ripartire da qui affermando la bellezza di tali valori con decisione ferrea convinta e con l’ausilio della cultura e della tradizione
    E va bene che la maggior parte di noi è divorziata e i figli sono con le famiglie allargate ma la difesa dei valori prescinde dal risultato della difesa di essi stessi
    Si difendono e basta
    E se ci sono eroi capaci di valorizzare i Valori con l’esempio personale vanno fatti avanzare nella scala gerarchica della Destra perchè al giorno d’oggi non sono graditi i maestri ma i testimoni
    Piuttosto che avere Soloni che riempiono le pagine o i discorsi di concetti vuoti da aperitivo è necessario valorizzare personaggi forse più rozzi culturalmente ma sicuramente più determinati e convinti dei Valori che stanno vivendo personalmente ed in maniera esemplare.

    Cordiali saluti

    Carmine Perrotta
    iscritto a Fratelli d’Italia
    candidato al Comune di Milano

    Rispondi
  3. antonio corso says:
    7 anni fa

    l’emergenza piu’ grave consiste nella fine della liberta’ di opinione: di continuo molte persone per bene vanno in galera per anni a causa della legge Mancino. La prima cosa da fare e’ pertanto raccogliere firme per abrogare quella legge e tutte le altre che criminalizzano reati di opinione. L’avevo gia’ scritto ma l’avete cancellato. Una destra che lascia dov’e’ la legge Mancino e’ pseudodestra, non va da nessuna parte, non convince nessuno e io non la voterei.

    Rispondi
  4. Gabriele Baraldi says:
    7 anni fa

    Emergenza è una parola endemica in Italia e stabilire delle priorità e difficile ma la parola libertà ha sicuramente varie ed indefinite coniugazioni ma credo visto le condizioni in cui versa la nazione (la nave brucia) parlare di principi etici sia come ballare sul Titanic.Per intercettare l’attenzione di una nazione in dissoluzione bisogna individuare battaglie che abbiano risvolti di rivoluzione politici e sociali. Raccogliere le sfide di oggi promuovendo disegni di leggi o referendum contro la corruzione appoggiando le recenti dichiarazioni del Dott. Davigo che propone l’infiltrazione di personale sotto copertura per la lotta alla corruzione o chiedere le riforme degli enti di controllo finanziari come consob e Banca d’Italia che hanno ad oggi fallito nel loro controllo (chiedere le dimissioni dei vertici).Ad esempio riportare Banca d’Italia sotto il controllo dello stato.Proporre modelli di spesa comuni a tutta l’Italia come l’istituzione dei costi fissi a livello sanitario.Sarebbe ora che la destra e le classi dirigenti che la esprimino comincino a dedicarsi all’Italia piu che a parlarsi adosso . In sostanza la nuova classe dirigente deve dettare l’agenda politica non farsela dettare da Renzi.

    Rispondi

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