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Buon anno dall’ex repubblica delle banane

di Adriano Segatori
10 Febbraio 2014
in L'Editoriale
0
Governo Letta: l’eterno ritorno dei tecnici e gli errori del PDL
       

E dicevano che prima, quando c’era Lui – non la Buonanima, ma il Cavaliere – eravamo la Repubblica delle banane. Adesso, invece…
La ministra congolese, quella i cui connazionali hanno assassinato i nostri aviatori a Kindu dedicandosi al cannibalismo, va a parlare dovunque ci siano invasori allogeni, invocando accoglienza e solidarietà; il tutto mentre altri italiani sono ancora segregati in un aeroporto in Congo in attesa che qualcosa si muova. Lei chiede aiuti per i paesi del terzo mondo, ma non va a praticare l’oculistica nel suo, preferisce percepire lo stipendio di parlamentare nel nostro.
Poi, la stessa si congratula con quell’altro fenomeno della natura che il Ministro della Difesa (degli altri) che risponde al nome di Mauro. Lo stratega di sacrestia pensa di creare un esercito di allogeni per poter dare loro la cittadinanza; così da avere qualche divisione di marocchini, senegalesi, ganesi e pakistani in armi, invece di armare gli italiani per cacciarli nuovamente a mare. Roba da autorizzazione della Camera e condannarlo per alto tradimento. I nostri marò, invece, possono starsene in India, mentre un governo imbelle e illegittimo si dedica alle più inverosimili proposte antinazionali.
C’è di mezzo anche quel personaggio indigesto e goffo di don Ciotti (don Bairo e don Lurio sono più significativi) che invece di occuparsi di anime passa dalla mafia alla droga, dalla legalità alle canzonette partigiane, per finire a parlare alle assemblee mussulmane: sempre – come recitava il grande Giorgio Gaber – “con il gusto della lacrima in primo piano”.
Altri potrebbero tristemente rallegrarci della loro ingombrante presenza, ma uno – Quello – ha un che di mefistofelica grandezza. E’ l’uomo in bianco che ogni domenica fa tanta tenerezza alle anime belle sanpietrine (genere femminile degli utili corpi contundenti del tempo passato). Lui bacia i piedi ai carcerati – le vittime degli stessi non le caga nessuno neppure di striscio; lui ama tutto ciò che è estraneo alla Chiesa, e magari antagonista; lui non giudica le puttane, gli omosessuali, i farabutti, ma lancia anatemi contro i cattivi, che non sopportano delinquenti, puttane, omosessuali e farabutti. Va là, come va il mondo. Tutto questo mentre assiste impassibile e senza proferire parola – lui non giudica, è ovvio – all’immondo attacco di una chiesa nella sua Argentina da parte di un’orda di baldracche abortiste; mentre femministe blasfeme con le tette al vento – per altro dei rutti da burka – profanano chiese russe e tedesche; mentre migliaia di cristiani sono pericolosamente alla mercé di tagliagole islamici nella sola Siria.
E questo sarebbe il nuovo Paese, quello della democrazia, del progresso e della saga resistenziale?
In generale, <<né nudi né vestiti vi posso più sopportare, o miei contemporanei>>; quelli citati, poi, mi fanno proprio il voltastomaco!

Tags: Giorgio Gaberimmigrazione clandestina
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