«Milàn col coeur in man» (col cuore in mano), famosa nei libri di storia per la generosità. Nota per istituzioni benefiche come i Martinitt, le Stelline ed il Pio Albergo Trivulzio, ha abdicato al suo ruolo per merito dei soliti burocrati scemi, tutti ordinanze (illetterate quanto sbagliate) e stipendio sicuro a fine mese. Con il condimento di una parte politica imbelle e litigiosa al suo interno.
Ecco: il festival della cialtroneria si celebra con un regolamento che vieta ai senzatetto di portare nei ricoveri pubblici (gestione comunale) gli animali. Il risultato, forse non intuito dagli ottusi dirigenti di Palazzo Marino), è quello di lasciare ai senzatetto lo status… di senzatetto. Nonostante il gelo invernale.
Infatti i clochard, ben più sensibili degli insensibili burocrati e politici meneghini, i loro cani non li mollano al freddo. Piuttosto dividono con loro il destino e dormono all’addiaccio con chi, notte e giorno, tiene loro compagnia. Con chi, in un mondo che se frega, si preoccupa di colui che lo ha scelto. E sul quale riversa tutto il suo affetto.
Per capire basta andare in piazza XXIV Maggio, sotto l’androne della banca. Uno di loro – spesso – è lì per dormire e per carpire un minimo di tepore. E lo fa, sempre, sotto una logora coperta… ma abbracciato al suo cagnone.
Le elezioni sono vicine, questa giunta sta per andare nel deposito dei ferrivecchi. Così è la politica, specie se si è insignificanti.
Ma i manutengoli dei rottamandi rimarranno. E continueranno ad essere la principale disgrazia dei milanesi.
Almeno, Pisapia, come ultimo atto della sua politica (poco) sociale riscatti Milano. Le restituisca un po’ della sua storica definizione del “cuore in mano”. Emetta un’ordinanza (scritta bene, però) che vieti ai burocrati l’ingresso nei ricoveri e permetta l’accesso di clochard con animali. Cristiani e cuccioli dormiranno al caldo, e noi saremo certi che, di notte, nelle case comunali ci saranno solo… persone (e cani) per bene.
P.S. Questa è dedicata ai cani dei clochard: “Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango.. Ma quelli che non amano ne il cane ne il fango.. quelli no, non si possono lavare”. (Jacques Prevert)