Il 4 giugno ed il 6 giugno si celebrano l’arrivo delle truppe angloamericane a Roma e lo sbarco degli “Alleati” in Normandia, con trionfale visita del presidente nordamericano Obama.
Sono passati settant’anni da quei fatti e – al di là degli opposti rispettabili sentimenti di chi partecipò effettivamente a quegli eventi, da una parte o l’altra della barricata, impegnandosi con le armi o con il sostegno politico e morale – è giunto ormai il momento di fare un bilancio degli effetti di quelle battaglie.
Fu sconfitta la Germania guidata dal governo nazionalsocialista, è vero, ed insieme ad essa è stato sconfitto il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana guidato da Mussolini. Intanto dovremmo fare una precisazione: chi veramente vinse la seconda guerra mondiale non sono stati gli inglesi e gli americani, e tanto meno le mosche cocchiere francesi, quelle dei marocchini che violentarono donne ed uomini italiani in nome della “libertà” e della “democrazia”, ma piuttosto la Russia. Perché forse è bene ricordare che dopo l’occupazione di Roma del 4 giugno 1944, le truppe angloamericane rimasero bloccate sui confini della “linea gotica” in Italia per circa un anno, fino all’aprile del 1945; mentre in Francia, dopo lo sbarco del 6 giugno 1944, le truppe angloamericane rimasero bloccate sulla “linea Sigfrido” e riuscirono ad entrare in territorio germanico solo a marzo del 1945; nel frattempo, fin dal novembre 1944 i Russi erano arrivati nella Slesia ed a Budapest, e poi riuscirono a conquistare Berlino. Ed è per questi motivi che ancor oggi la Russia ricorda con orgoglio ed onore i suoi milioni di caduti in combattimento.
Ma, lasciando le questioni militari, in realtà la sconfitta delle Potenze europee d’anteguerra ha comportato l’ingerenza, e potremmo dire il dominio, non più dell’Inghilterra (avverandosi la canzone fascista “ma la fine dell’Inghilterra incomincia a Giarabub…”) ma piuttosto degli Stati Uniti i quali, dopo essere arrivati a Roma e sbarcati in Normandia, non se ne sono più andati……Fra l’altro, una prima base della conquista avvenne nella prima guerra mondiale, con i ricattatori aiuti finanziari e militari alla Gran Bretagna accuratamente documentati dallo scrittore Geminello Alvi nel suo libro del 1993 “Dell’estremo occidente” (che poi sarebbe “Far West” tradotto in italiano) con sottotitolo: “il secolo americano in Europa”.
Dominio che riguarda la moneta (accordi di Bretton Woods, istituzione del Fondo Monetario Internazionale e ruolo centrale del dollaro); la politica estera (il ruolo autoassuntosi di “gendarmi del mondo” ed “esportatori della democrazia”); l’industria (il divieto sostanziale per i Paesi europei di competere nel campo dell’industria militare e soprattutto dell’aeronautica); la lingua (inflazione della lingua inglese); la cultura (la musica, le serie televisive, la cinematografia). Non parliamo poi del ruolo della finanza, delle grandi banche d’affari, delle agenzie di rating i cui errori e truffe stiamo ancora pesantemente pagando. Il tutto, assistito da centinaia di basi militari presenti nel suolo europeo per combattere non si sa quale nemico (forse, la stessa Europa…) mentre sussiste un’alleanza militare – la Nato – che doveva essere sciolta nel 1991, dopo la fine del Patto di Varsavia contro cui era stata costituita.
Non sarebbe quindi giunto il momento per l’Europa dire – dopo settant’anni! – “grazie, ci avete liberati, adesso per favore lasciateci fare da soli, anche perché abbiamo qualche migliaio di anni di esperienza…”?
Diciamo tutto questo perché abbiamo letto le sconcertanti ed alquanto ricattatorie dichiarazioni di Obama fatte a Varsavia dove ha detto addirittura che “la libertà non è garantita in Europa” mentre un esponente della sua amministrazione ha aggiunto “europei, basta tagli alla difesa”, forse per far comprare aerei ed altri armamenti dagli Usa e rimettere in sesto la loro economia, in cui l’apparato militar-industriale è parte fondamentale.
Tutto questo s’inquadra nella questione ucraina, che per chi scrive ha una chiara finalità: mentre l’Unione Europea stava per allearsi stabilmente con la Russia (grazie anche all’opera di Berlusconi, bisogna dirlo, che anche per questo è stato eliminato) è stato abilmente risuscitato dalle onnipotenti “organizzazioni non governative” dirette da personaggi quali Soros un nazionalismo d’origine polacca contro la Russia, utilizzando all’uopo milizie di presunti “nazisti” che, accecati dall’odio, non hanno compreso gli scenari mondiali e chi siano i veri nemici tanto da inneggiare a chi ieri ha sconfitto proprio il nazismo….
Così, la possibilità di creare, come sognava Jean Thiriart, “un impero di 400 milioni di uomini” dotato di formidabili risorse e capacità minerarie, industriali, umane, è stato ancora una volta bloccato e ritardato.
Speriamo che i popoli europei, che hanno mostrato parziali segnali di consapevolezza nel corso delle ultime elezioni per il parlamento europeo, sappiano ben valutare l’ampiezza degli scenari in campo, individuare i falsi amici ed i veri nemici, per poter dare al nostro Continente la possibilità di avere ancora un ruolo civilizzatore nel mondo.