Attico a Brera, suona il telefono a casa di Chicco e Cicci. Risponde Cicci :” Buongiorno, signor Landucci! Come sta? Noi bene! Che tempo c’è a Capalbio? Sempre caldo? Sì, le passo mio marito.”
“Chicco, è il signor Landucci. Ti vuole parlare.”
Chicco afferra il cellulare :”Buongiorno, Landucci! Che piacere! Mi dica!”
“Buongiorno, professore. Volevo dirle che qui stanno facendo un rav partie, giù nella piana. C’è un sacco di gente, moltissimi sono venuti da fuori. Suonano musica a palla !”
“Landucci, mi fa piacere, è giusto che i ragazzi si divertano, alla loro età lo facevo anch’io.”
“Ma si drogano pure, e bevono!”
“Ogni età ha il modo suo di divertirsi, Landucci, non faccia l’invidioso.E poi anche Bocelli organizza concerti a Lajatico, al Teatro del silenzio ; viene gente da tutto il mondo. Anche quello è tutto all’aperto.”
“Sì professore, ma è a casa sua; lui può fare quello che vole sui suoi terreni. E poi il Bocelli fa vera musica, questi fanno solo rumore e noi non si dorme la notte.”
”D’altra parte il governo dei fascisti parla di merito; e questi ragazzi debbono provare e riprovare se vogliono meritarsi le cose. Anche lei è d’accordo sul merito?”
“Sì professore, io però sono un coltivatore diretto, io ho votato la Meloni.”
“Landucci, non la licenzierò per questo, anche se la tentazione è forte. Mi dica, però perché mi ha chiamato? Non sarà certo per parlare di rave party.”
“Ed invece sì, professore. Questi ragazzi sono arrivati ieri in serata, hanno forzato il suo cancello di ferro nero, quello con le lance in alto, e son entrati nel suo podere. Lo hanno abbattuto, il cancello. Hanno posteggiato decine di camper sui suoi profumatissimi campi di lavanda, che ora non ci sono più. Il suo orto sperimentale è stato devastato, non é rimasto nemmeno un pomodoro. Il suo capannone sembra la Cappella Sistina, parlando con rispetto, tutto imbrattato di scritte e disegni e sigle; dovunque c’era uno spazio, ora c’è vernice spray.”
“Che mi dice Landucci! Il mio podere! Ma è sicuro ?”
“Se non ero sicuro, mica lo chiamavo.”
“Ma e il sindaco? Ha lasciato fare?”
“Il sindaco è del PD, è un amico suo. Lui ha lasciato fare .”
“E i carabinieri? Nessuno ha chiamato i carabinieri !”
“Senza una denuncia non si muovono. Lei li ha denunciati ? Io pensavo che lei fosse d’accordo. D’altra parte mi ha appena detto che fanno bene a fare quel che fanno.”
“Landucci, poteva almeno chiamare le ASL, non ci sono norme igieniche, i Vigili del Fuoco, non si sono impianti a norma, la Croce Rossa, non ci saranno nemmeno le ambulanze se qualcuno si sente male!”
“Professore, pensavo mi avrebbe dato del fascista se lo avessi fatto!”
“Ma questo è il mio podere, è il podere della mia famiglia! Mi hanno divelto il cancello, distrutto tutto, chissà quante centinaia di euro di danni!”
“Migliaia, professore, migliaia.”
“E questi coglioni si divertono alle mie spalle, con la loro musica del…, tutti rimbambiti dalla droga! E i compagni del posto lasciano fare, perché loro sono democratici, lor ; tanto è casa mia, non la loro, chissenefrega!”
“Landucci, chiami le forze dell’ordine, faccia qualcosa, presto!”
“Ci ha pensato il prefetto, professore. Quel fascista del prefetto, come diceva fino a ieri lei, professore.”
“Non stiamo a sottilizzare, Landucci. Adesso chiamo Letta e gliene dico quattro! Ah se mi sente! Questi dovrebbero andare a lavorare, tutti, tutti in miniera !”
In un angolo Cicci, la moglie ascolta e muove la testa in segno di assenso. Però in silenzio ricorda il giorno lontano di un esproprio proletario, quando conobbe Chicco. Bei tempi!
“