“Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato oppure se ne è già uscito.” Marguerite Yourcenar da “Archivi del Nord”.
Ambulatorio della mutua, a Milano, in giorni qualsiasi dell’anno. Nomi inventati, fatti veri. Si presenta Angelo, 89 anni compiuti, per presentarmi un piccolo suo problema : “ Dottore, comincio a perdere colpi, potrei avere la pillola azzurrina ?”.
Per quanto un po’ sbigottito , con apparente noncuranza gli prescrivo quanto richiesto, non so quanto quei colpi fossero dirompenti, ma perché negare attimi di felicità ?
Mi reco da Anna, 98 anni, ha avuto uno sbandamento , le consiglio per prudenza un elettrocardiogramma, per escludere eventuali fatti cardiaci.
“Un elettrocardiogramma ? Ma io non l’ho mai fatto !” Mi risponde.
Giorni prima ero stato da Filippo, 100 anni, rimasto vedovo da qualche anno, la moglie è morta a 94 anni.
Si rammarica per non riuscire più a leggere bene nel monitor del computer, ha difficoltà a sbrigare alcune faccende. Lui e la moglie avevano fatto una vita avventurosa, viaggi in camper in Afghanistan, nella Terra del Fuoco, in Australia, in Namibia. Entrambi appassionati di paracadutismo e lui pilota di aerei leggeri, il più anziano in Italia a volare, decine di anni prima. Non ha paura di morire, perché dovrebbe, si è tolto ogni sfizio nella vita.
Stesso falso dilemma per Mansour, 93 anni, che il suo fedele segretario mi presenta come un vero 007, infatti era stato un agente segreto al servizio di sua Maestà Britannica, alla corte del re in Afghanistan e poi in Egitto.
Nella sua casa ,in visita domiciliare, ammiro numerosi trofei ed antiche armature di foggia orientale che confermano quanto preannunciato dal segretario. Oggi il paziente Mansour ha sconfitto il cancro e ne è uscito acciaccato ma vittorioso. Perché mai avrebbe dovuto perdere ?
Anni fa, un giorno si era presentato da me il mio ex primario per una visita, 84 anni. Già mi emozionava il fatto che i ruoli si fossero rovesciati, in ospedale ero io a chiedere udienza per aggiornarlo sull’attività di reparto, lui sempre chiuso in sala operatoria. Ad un certo punto mi disse :” Sono preoccupato per mia mamma”.
Se fossi stato in un fumetto, avreste visto i miei occhi uscire a molla dalle orbite e la mia mandibola cascare a terra, invece non accadde nulla se non che mi si dipinse una vaga espressione di stupore sul volto .
“ Sì, mia mamma ha 101 anni e si è rotta il femore in casa, speriamo non soffra troppo.” Mi spiegò.
La mamma sopravvisse per altri due anni ed il mio primario raggiunse i 90 anni.
Visito Enrico, 98 anni, sta bene ma è un po’ preoccupato per la moglie “ Sa, dottore, lei è molto più giovane di me, ha 85 anni, non vorrei che si stancasse troppo.”
Poi c’ è Cesare, 94 anni, architetto, è in partenza per Venezia, dove come ogni anno si reca per visitare la Biennale. La moglie, 88 anni, lo accompagna, ma con meno entusiasmo di una volta :” Alla Mostra non ci sono molte poltrone su cui sedersi, è una vera straccata stargli dietro, però a Cesare piace e non posso dir di no .”
Poi c’è la storia incredibile di Ivone, attualmente 85 anni, a cui diagnosticai vent’anni prima un tumore all’esofago inoperabile. Alla Clinica di San Donato si decise di praticargli la radioterapia, altro non si poteva fare. Dopo più di un anno di cure il tumore era scomparso ; mi ricordo, incredulo, gli feci ripetere la gastroscopia e perfino la Tac ma non c’era più traccia di nulla. Qualche anno più tardi si presentò in studio per delle ricette, e così tanto per fare, gli provai la pressione ; era in fibrillazione e lui non se ne era accorto. Ospedale, cure, tutto (quasi) a posto. Da allora lo soprannominai Highlander.
E che dire di Germano, che mi porta le salsicce quando torna dall’Umbria ? Ha 94 anni, ma glielo devi chiedere per saperlo, è in pensione si fa per dire, è rimasto il portiere tuttofare di un gruppo di condomini. Quando qualcuno dei palazzi gli chiede un favore, lui gliene fa due.
E’ ovvio che non stiamo più a parlare di eccezioni, ma di un fenomeno ormai diffuso in tutta Italia, dove abbiamo tra le cause favorevoli la dieta mediterranea, il carattere cordiale che è un fatto ancestrale, e la nostra medicina di famiglia, che dovrebbe essere dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.
Credo però che il segreto di queste persone , oltre ad avere scelto bene i propri genitori, sia quello di aver attinto sempre alla vita con curiosità, di aver saputo apprezzare ogni loro attività, di non aver disperso un attimo della propria esistenza.
Uomini e donne che non hanno voluto trattenere la propria giovinezza con carte truccate, che sono quello che debbono essere, con le loro rughe, l’espressione del volto, i segni della saggezza acquisiti sul campo.
Eppure in loro ancora brilla la luce degli occhi, azzurri come quelli di Iris, 96 anni, che quando ti parla, si aggiusta in modo civettuolo una ciocca di capelli, femminile come a vent’anni. Sbirciando tra le foto in cornice nelle loro case, guardate quanta bellezza c’era nella loro giovinezza, autentica, spontanea, semplice.
Guarda caso nessuno tra loro mi ha mai pronunciato la frase fatta, sempre più abusata : “ Dottore, non diventi mai vecchio, la vecchiaia è una gran brutta cosa !” A cui segue la scontata risposta : “ Ma così si muore giovani !”
Luis Ferdinand Celine, che prima di scrittore era medico scrisse in “Viaggio al termine della notte “: “ La maggior parte della gente muore soltanto all’ultimo momento ; altri invece cominciano e se la pigliano vent’anni prima ed anche di più. Sono i disgraziati di questo mondo.”