Gratta gratta ed ecco che per il candidato Sindaco della sinistra milanese, Beppe Sala, sono cominciati i primi guai per la sua gestione di Expo che definire allegra è un puro eufemismo.
Più si scava nei conti e nelle pieghe del bilancio e più emergono voragini quantizzabili al momento attorno ai 32,6 milioni di euro.
Per farla breve “Beppe il fenomeno” ha mentito pubblicamente vantando un utile di 14 milioni mentre sapeva fin troppo bene che quel dato era falsato dalla mole ancora tutta da definire dei mancati introiti delle spese ancora da sostenere per la riqualificazione dell’area e soprattutto dalla inesigibilità di crediti che aumentano anziché diminuire.
Saltano fuori poi affidamenti diretti a persone fisiche per svariati milioni di euro utilizzando alla grande quella cattiva abitudine tipica della sinistra di bypassare gare e bandi fregandosene delle leggi di diritto pubblico ancora in vigore fino a prova contraria.
Lo ha fatto la Giunta Pisapia, lo ha fatto pure lui che pretenderebbe quasi una patente di credibilità come manager e come candidato Sindaco tranne poi scivolare sulle classiche bucce di banana disseminate un po’ ovunque confidando però nella blindatura del suo sponsor ufficiale, quel bauscione del Renzi che giorno dopo giorno inizia ad assomigliare sempre di più al Ceccherini protagonista in molti film di Pieraccioni.
Insomma il manager prima tronchettiano, poi morattiano ora renziano ha sparacchiato cifre a suo uso e consumo dimenticandosi di quelle negative e, da consumato saltimbanco, sta pure cercando di bloccare una commissione d’inchiesta comunale sul suo operato.
Sa di poter contare sull’opacità dell’informazione da parte di Repubblica e del Corriere della Sera anche se questo aiutone già sperimentato dai due quotidiani col Pisa non ha impedito che ben il 63% dei milanesi lo considerino il peggior Sindaco che la città abbia mai avuto.
Comunque anche se nei partiti di sinistra si vocifera che il campione si stia rivelando una patacca l’ordine di scuderia è di difenderlo a spada tratta per appiopparlo ai milanesi costi quel che costi.
Di fatto il Majorino ha smesso di rinfacciargli una gestione Expo poco trasparente e addirittura la tassatrice compulsiva Balzani si è scapicollata a proporre una moratoria, un baratto per scalare ai morosi di quella montagna di tributi non pagati incolpevolmente offrendo in cambio di “lavorare gratuitamente” per il Comune nella pulizia dei parchi o in quella dei muri delle case deturpati da scritte e segnacci vergati dai soliti kompagni che sbagliano. Veri e propri lavori forzati…
Non facciamoci ingannare però dalle loro crisi di nervi, alla fine saranno tutti allineati e coperti e se dovesse ripetersi quel 40% di astensione dal voto, Milano correrà nuovamente il rischio di beccarsi un Pisapia Bis camuffato ottenuto con solo una percentuale di voto del 30% degli aventi diritto.