Sei punti sopra il 17,1% raccolto alle elezioni presidenziali del 2012. Se per il rinnovo del Parlamento europeo si votasse domenica prossima, il Front National di Marine Le Pen guadagnerebbe il 23 per cento dei voti, diventando così il primo partito di Francia.
Messa da parte l’origine pétainista, gli accenti apertamente islamofobici e antisemiti (ma non quelli xenofobici), Marine si è anche buttata sul sociale, togliendo all’estrema sinistra l’esclusiva su lavoro e pensioni. Senza dimenticare che il suo è un elettorato di protesta, ha incanalato la rabbia dei francesi contro «il funzionamento antidemocratico dell’Unione europea» e i rigidi parametri di Maastricht sulla finanza pubblica. Quindi ha individuato nell’odiata moneta comune il nemico da abbattere, promettendo di allearsi a Strasburgo con gli altri partiti anti-euro. Fra questi la Lega nostrana, il Partito austriaco della Libertà (Fpoe) e il Vlaams Belang in Belgio.
«Dopo di noi – ha previsto – anche la Germania rinuncerà all’euro e tornerà al marco». Vero è che l’auspicato no di Berlino alla moneta unica è ancora lontano da venire. Eppure anche nella Repubblica federale il movimento anti-euro sta prendendo forza. Un sondaggio di Emnid per la Bild am Sonntag accredita Alternative für Deutschland, prima formazione tedesca apertamente contraria all’Unione monetaria, del 7% dei voti. Risultato di tutto rispetto per un partito che è stato fondato solo a febbraio 2013 e che a settembre dello scorso anno ha sfiorato l’ingresso al Bundestag, ottenendo il 4,7% dei consensi (contro una soglia di sbarramento del 5%). A differenza della formazione francese, AfD non affonda le radici nel passato ma è stata fondata da un semi-sconosciuto professore di Economia politica ad Amburgo, il 52enne Bernd Lucke, che ha rubato consensi un po’ a tutti. Attento a non farsi infiltrare dall’estrema destra, sempre orfana nella Germania post-bellica di padri e padrini, Lucke ha imbarcato un pezzo grosso dell’area liberale: l’ex capo degli imprenditori tedeschi Hans-Olaf Henkel, volto noto dei talk-show con l’unico difetto di essere un po’ avanti con l’età (74 anni) rispetto alla media dei politici tedeschi. Nulla sembra accomunare il duo Lucke-Henkel alla pasionaria della destra francese, i cui detrattori chiamano «Jean-Marine Le Pen» a segnalare la sua sostanziale continuità con i valori dettati dal padre. AfD ha già fatto sapere che non si unirà a Strasburgo al gruppo Fn-Lega, ma al pari di Marine ha già dichiarato guerra alla moneta comune.
Noam Benjamin, Il Giornale, 27 gennaio 2014