La manovra economica del neopremier italiano Mario Monti è “avvolta nella nebbia” e “gli italiani che hanno riposto fiducia in lui stanno diventando un po’ nervosi”. Ci voleva il Financial Times per scrivere quello che i giornali nostrani, almeno quelli cosiddetti moderati o vicini al centrosinistra, non hanno finora avuto il coraggio di mettere nero su bianco, forse perché ancora ebbri per le dimissioni anticipate del Cavaliere. Dopo il “battesimo di fuoco nei suoi primi 10 giorni da nuovo premier”, scrive il Financial Times, “mentre tutti aspettano di sapere dove cadrà la scure di bilancio”, “non c’è ancora chiarezza sulle misure di emergenza pianificate” da Mario Monti. Questo, lo ricordiamo, è un governo nato con estrema urgenza per far fronte alla situazione di crisi e rispondere agli attacchi speculativi dei mercati sui nostri titoli. Ma né su un piano, quello delle misure, né sull’altro, quello degli spread, si è finora visto alcun effetto. Basta leggere il comunicato del Consiglio dei ministri di ieri, dedicato “agli accordi bilaterali con le Mauritius, San Martino e le Isole Cook e a una legge per fermare dannosi sistemi antivegetativi sulle barche i cui effetti prevedono la crescita di organi genitali maschili sulle conchiglie di mare”. Accordi con le Isole Cook? La Legge per fermare la crescita di organi genitali maschili sulle conchiglie di mare?? “La discussione ha toccato brevemente la situazione italiana”, si legge ancora nel comunicato di Palazzo Chigi. Brevemente? Ma la “situazione italiana” non doveva essere la priorità di questo governo? E poi ancora: “Il Consiglio dei Ministri ha avviato la discussione per identificare il percorso operativo da intraprendere, nel più breve tempo possibile, per la definizione del pacchetto di misure da adottare”. Tradotto, siamo ancora al “caro amico”. E quali sono queste misure? Fino ad oggi ci sono stati due Cdm “operativi”, ma al termine di entrambi non c’è mai stata una conferenza stampa per illustrare in concreto le misure, che la Merkel ha definito “impressionanti”. Certo, vorremmo sapere e “impressionarci” anche noi. Quelle che circolano sui giornali sono ipotesi, voci di corridoio, “rubate” da giornalisti chiamati a scrivere pezzi su un piano che ancora non c’è. Benché più volte abbiamo letto sui giornali che “Monti è al lavoro”, fino dal giorno della sua nomina a senatore a vita, quando ancora non era premier. Intanto lo spread dei titoli italiano continua a fare paura. Quella che si è appena chiusa è stata un’altra settimana di passione per i mercati e il differenziale tra Btp-Bund non riesce proprio ad allontanarsi da quota 500, con buona pace di chi credeva che le dimissioni di Berlusconi avrebbero raffreddato gli spread. E non basta. Ieri, si è addirittura segnato il record storico del rendimento dei Btp a due anni, arrivato all’8%.
Intanto, ci avverte oggi il New York Times, le “banche preparano un piano di emergenza per il crollo dell’euro”. “Al crescente coro di osservatori che teme che il crollo dell’Eurozona sia a portata di mano, Angela Merkel ha risposto a chiare lettere: è uno scenario che non potrà mai verificarsi. Ma alcune banche non ne sono più così sicure”, si legge nell’editoriale. “In particolare – continua – perché la crisi del debito sovrano ha minacciato di investire la stessa Germania questa settimana, quando gli investitori hanno iniziato a mettere in dubbio il rango di principale pilastro della stabilità europea del Paese”. Se anche Berlino comincia a tremare…
PS: A quanti hanno esultato per il trilaterale di giovedì Merkel-Sarkozy-Monti, illudendosi del “ritorno” dell’Italia ad un ruolo di primo piano in Europa, risponde oggi la Bild. Secondo il quotidiano tedesco per fermare la crisi dell’euro Angela Merkel e Nicolas Sarkozy avrebbero già elaborato la bozza di un nuovo Trattato dell’Ue, che verrà presentata ai partner europei in occasione del prossimo vertice dell’8 e 9 dicembre. In questo modo, scrive il giornale, Merkel e Sarkozy potrebbero evitare di coinvolgere la Commissione europea. E noi? Non siamo stati chiamati a mettere nemmeno una virgola sulla bozza? Il direttorio franco-tedesco, che da sempre caratterizza la storia dell’Unione europea, continua…
Una cosa dovrebbe essere detta senza peli sulla lingua. Noi “occidentali” eravamo abituati ad un tenore di vita che si basava, in fondo, sulla disponibilità, quasi esclusiva, di risorse energetiche, materie prime, forza lavoro e consumatori. Insomma, economicamente esistevamo solo noi, in totale tra europei, nordamericani e mettiamoci pure la Russia bianca, circa 1 miliardo di persone. Ora dobbiamo vedercela con la concorrenza di almeno altri 2 miliardi aggiuntivi tra cinesi e indiani, tutti abituati fino a pochi anni fa, e molti ancora adesso, a lavorare per pochi soldi, una ciotola di riso, quasi in schiavitù. E sono competitivi sul piano tecnologico ormai perchè le tecnologie le hanno avute in regalo dai nostri “delocalizzatori”. Ora ci toccherà adattarci ad un clima più competitivo, adottare una flessibilità da cinese. Inutile tassare, quei soldi verrebbero mangiati e dopo un pò, veramente poco, ci ritroveremmo in difficoltà. È necessario aumentare il PIL con maggiori liberalizzazioni, eliminazione di eccessivi vincoli burocratici, suscitare voglia di intraprendere a piene mani, in tutti i cittadini. Insomma, a questo punto, quasi “lavorare come un cinese”, almeno per gli aspetti positivi, quali appunto la flessibilità e la voglia di intraprendere, qualsiasi cosa. Non ci devon essere lavori di cui “vergognarsi”, come invece accade con quei lavori che nessuno vuole più fare.
Affondate Monti prima che sia troppo tardi!