• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
martedì 20 Aprile 2021
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home L'Editoriale

Sconfitta ma non doma, Marine vuole un altro Front

di Marco Valle
14 Giugno 2017
in L'Editoriale
0
Sconfitta ma non doma, Marine vuole un altro Front

Dopo una lunghissima, estenuante corsa Marine Le Pen traccheggia ma non demorde. Rinserrata nel Pas de Calais – terra di miniere chiuse, fabbriche delocalizzate, ex comunisti delusi —, la signora, forte del 45 per cento ottenuto l’11 giugno, si prepara al secondo turno. La speranza è d’obbligo, nonostante la botta di domenica scorsa: 538mila voti sotto le legislative del 2012 e quattro milioni in meno delle presidenziali di maggio.

Con lei rimangono in corsa, nelle rispettive circoscrizioni, un pugno di dirigenti — Alliot, Collard, Phillipot, de Lèpinau — con l’obiettivo di portare all’Assemblea Nazionale almeno 5 deputati. Pochi, pochissimi rispetto ai quindici-venti previsti. In difficoltà anche l’alleato Dupont-Aignan, presidente del movimento sovranista Debout la France. Svanisce così l’ipotesi del gruppo parlamentare — uno strumento indispensabile per pesare a Palais Bourbon — e si annunciano (forse) cinque anni sterili nel gruppo misto.

Colpa di un sistema elettorale “inique”, accusano i frontisti. Sicuro. Bisogna considerare l’astensionismo e la stanchezza dei militanti, ammettono. Certo. E poi, come in un mantra consolatorio, il Front ha retto meglio dei socialisti (annientati), dei gollisti (sparigliati), di Méchelon (spiumato). Tutto vero.

Ma la rottura della già impetuosa “vague Marine” sugli scogli delle legislative necessita di ulteriori letture. Facciamo un passo indietro e torniamo alla sconfitta, dignitosa ma netta, alle presidenziali. Nonostante il dinamismo di madame Le Pen e dei suoi collaboratori, il “marinisme” non è riuscito a convincere sino in fondo larga parte dei settori centrali della società francese. Per più motivi: un programma economico oggettivamente debole, la confusione sull’euro, un profilo socio-culturale (il “sovranismo sociale”) ancora incerto se non ambiguo, l’inesperienza governista dei quadri e (perchè no?) i veleni di Le Pen senior, il vecchio e astioso menhir licenziato in tronco da Marine.

E ancora, la poco brillante perfomance televisiva della candidata nel dibattito con Macron. Un’occasione sprecata. Quella sera la signora rimase spiazzata davanti l’inatteso quanto insidioso avversario e fu incapace di cambiare passo e linguaggi. Risultato: Macron, genuino prodotto del sistema politico-economico della V Repubblica, apparve agli elettori il “nuovo”, l’avvenire, un ologramma (vacuo ma efficace) da opporre a Marine, rocciosa contestatrice del potere, abbassata a mera proiezione del “vecchio”, del passato.

Non a caso, all’indomani dell’elezione all’Eliseo del rivale, la presidentessa andò su Tf1 in prime time per recitare una sorta di mea culpa in cui annunciava l’apertura di una nuova fase per il suo partito e un congresso di rifondazione ad autunno. Un progetto ambizioso ma, forse, tardivo.

Da subito il Front ha iniziato ad agitarsi. All’inizio della campagna elettorale, Marion Maréchal Le Pen — l’unica deputata eletta nel 2012 con i colori del FN, l’icona degli identitari e il terminale dell’invasivo nonno Jean Marie — annunciava il suo ritiro provvisorio dalla politica per “ragioni personali”. Un brutto colpo. Subito dopo Phillipot , vice presidente e primo consigliere di Marine, lanciava “Les patriotes”, una vera e propria corrente, minacciando d’andarsene dal partito se la questione della sovranità economica e monetaria, la controversa tesi del FN, venisse messa in discussione. Per i frontisti “storici” una provocazione, un casus belli subito ripreso e rilanciato dal vecchio Le Pen, più che mai avvelenato con la figlia e il suo braccio destro.

Ma i problemi non sono finiti. Mancano i soldi e senza benzina la macchina non corre. Il ridimensionamento elettorale rischia di pesare sulle vuote casse del movimento a causa della legge transalpina sul finanziamento pubblico dei partiti. Ricordiamo che entro settembre 2019 bisogna restituire i 9 milioni di dollari prestati da una banca russa e “l’emprunt patriotique” — la colletta patriottica tra i simpatizzanti — sembra non bastare.

Insomma, tempi difficili per i frontisti. Da domenica prossima, Marine dovrà trovare una strada nuova e convincente per il suo popolo (e per la Francia) cercando di valorizzare l’importante patrimonio di consensi e fiducia ricevuti.

Non è un compito facile. Tornare indietro non si può e rilanciare il paleo lepenismo sarebbe una follia. D’altra parte il trumpismo in salsa gallica non convince e il catastrofismo antieuropeista eccita ma, alla fine, spaventa. Charles Maurice de Talleyrand ricordava che in politica sono inutili “sentiments et ressentiments”. Aveva ragione. Per affermarsi, per contare, per vincere, servono razionalità, autorevolezza, idee e freddezza. Programmi di governo basati su pensieri lunghi. Aspettiamo il prossimo congresso del Front. Sperando in una forte novità.

Tags: Emmanuel MacronFranciaFront NationalJean Marie Le PenMarine Le Pen
Articolo precedente

Elezioni 4/ Dalle urne il Sì alle coalizioni è un No al “civismo”

Prossimo articolo

Buone notizie/L’Ungheria caccia le Ong di Soros, il mondialista

Marco Valle

Correlati Articoli

Popoli in rivolta contro il turbocapitalismo
L'Editoriale

Popoli in rivolta contro il turbocapitalismo

di Gennaro Malgieri
10 Aprile 2021
0

La sfiducia genera inquietudine e per tenerla sotto controllo i governi scelgono di solito la strada più breve: l’adozione di...

Leggi tutto
Macron chiude l’ENA. I mediocri ringraziano

Macron chiude l’ENA. I mediocri ringraziano

9 Aprile 2021
A Londra zero morti. Con l’happy monday, la fine dell’incubo

A Londra zero morti. Con l’happy monday, la fine dell’incubo

30 Marzo 2021
La svolta verde di Marine Le Pen

La svolta verde di Marine Le Pen

26 Marzo 2021
Carica altro
Prossimo articolo
Buone notizie/L’Ungheria caccia le Ong di Soros, il mondialista

Buone notizie/L'Ungheria caccia le Ong di Soros, il mondialista

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

La SuperLega dei giganti (egoisti) e l’irriducibile Dea Atalanta

La SuperLega dei giganti (egoisti) e l’irriducibile Dea Atalanta

19 Aprile 2021
Libertà a rate? No grazie,  vogliamo tornare a lavorare, a muoverci, a vivere

Libertà a rate? No grazie, vogliamo tornare a lavorare, a muoverci, a vivere

19 Aprile 2021
Afghanistan, perchè ritirarsi è un errore

Afghanistan, perchè ritirarsi è un errore

19 Aprile 2021
Zan zan , le belle rane. A proposito di una legge assolutamente inutile

Zan zan , le belle rane. A proposito di una legge assolutamente inutile

18 Aprile 2021

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Sicilia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In