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Lettere da Milano/ Gli strani intrugli tra Beppino Sala e i camaleonti della sinistra

di bandolo della matassa
7 Dicembre 2015
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Lettere da Milano/ Gli strani intrugli tra Beppino Sala e i camaleonti della sinistra
       

Quell’insignificante opportunista del Pisapia s’è messo di buzzo buono a sparigliare le carte della sinistra milanese.

Ce l’ha di brutto con il Beppe Sala che Renzi vorrebbe candidare a Sindaco.

L’avvocato gentile in effetti se l’è legata al ditino l’accantonamento comprensivo di battutacce riservatogli dal Premier – Segretario. Soprattutto però quello che non gli riesce proprio di mandare giù neppure con massicce dosi di magnesia è che quel Sala il suo lavoro l’ha saputo svolgere con competenza mentre lui da Sindaco nominato dal Governo Commissario Straordinario di Expo 2015 se l’è data a gambe sussurrando che quella “roba” se l’era ritrovata tra i piedi e non gli apparteneva.

D’altronde come sappiamo bene il termine “lavoro” per il Pisa suona come una bestemmia laica e poi non è forse vero che la catena umana rosso-arancione considerava Expo un sogno morattiano destinato al fallimento partecipando appassionatamente alle manifestazioni No Expo – No Canal – No Tav.

Ecco perché ora il chiacchierone inesistente il successo di Expo se lo trova come una lisca di pesce nel gargarozzo!

A questo punto, la domanda sorge spontanea: come può il pur bravino Beppe Sala pensare di rappresentare a Milano proprio l’area politica che con miopia ideologica lo accusava di aver costruito una Gardaland senza futuro, una creatura mostruosa e che non gli perdonerà mai d’essere stato nel team manageriale di Telekom con Marco Tronchetti e poi city manager di Letizia Moratti che lo propose alla Diana Bracco come persona capace d’interfacciarsi con le varie cordate attive nella costruzione dell’Esposizione mondiale.

Di fatto solo le frettolose ed ipocrite dimissioni del Pisa da Commissario Straordinario di Expo gli permisero di assumere quel ruolo ed è cosa stranota che insieme al Sindaco l’Amministrazione comunale tutta si dimise quasi sperando in un flop lasciandolo solo con l’unico supporto della Diana Bracco e sottotraccia della stessa Moratti.

Poi altra domanda un po’ conseguenziale: cosa può spingere un manager fino a ieri di seconda o terza fascia in grande ascesa arrivato ora ai massimi livelli con quotazioni da 500/600 mila euro all’anno preferire il ruolo di Sindaco con uno stipendio da 70/80 mila comprese tutte le complicazioni che comporta e che già affiorano tra l’altro proprio in quella sinistra che dovrebbe essere la sua maggioranza di governo?

Ed ancora, quale potrà essere l’autonomia di giudizio di un Sindaco imposto dall’alto nel bel mezzo di una faida di quella stessa sinistra che dovrebbe alla fine giudicare tentando di sanare il fallimento del modello Pisapia?

Infine, quali garanzie potrebbe mai offrire un uomo sponsorizzato dalla galassia politico – finanziaria di fede renziana che già sta puntando alla riconversione delle aree post Expo?

Per cui quando verrà il momento di decidere se davvero il Beppe riuscisse a superare tutte le trappole che Pisa e compagni gli stanno preparando e quindi venisse candidato dal Renzi ricordiamoci di scindere il manager dall’uomo perché sarà quello con cui dovremo fare i conti sempre che non venga confermato un buco nei conti Expo di 400 milioni che ne minerebbe anche la credibilità come manager.

Tags: Diana Braccoexpo 2015Giuliano PisapiaGiuseppe SalaMilano
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