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In Parlamento/ Giochi di (sotto)potere

di Vincenzo Pacifici
8 Febbraio 2015
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In Parlamento/ Giochi di (sotto)potere
       

Una situazione più che allucinante, vergognosa, è quella che si va profilando nella maggioranza e principalmente per la maggioranza dopo la estremamente tardiva decisione di Berlusconi. Il governo pretende di continuare a tenere il potere, non a certo a lavorare e a compiere passi operativi concreti data la dimostrata inconcludenza, con arruolamenti di “cani sciolti”, soprattutto ex grillini e con pesanti penali, sicuramente suggerite da qualche grande “amico” del proprietario di Mediaset.

La storia nel corso degli anni si è trasformata in farsa: dopo il 1948 l’UQ, guidato da un illustre commediografo, fu minato e polverizzato dalla DC, oggi il movimento di Grillo, un illustre uomo di spettacolo, spericolato pilota di SUV, è stato con progressione sempre più sottoposto alle geniali cure dell’”uomo immagine” e ridotto enormemente rispetto al gruppo inviato alla Camera ed al Senato da elettori amareggiati, delusi, inaspriti dai governi e dai politici precedenti.  Si parla tanto dei mali del proporzionale e della pericolosità del voto di preferenza, non si riflette mai su quanto negativo sia il sistema attuale con i partiti, o meglio le congreghe di potere, che sbagliano macroscopicamente le designazioni con il Parlamento percorso ed avvilito da battitori liberi, “senza Dio né Patria”, pronti a tutto e privi di qualsiasi principio.

Il tarlo del dissidio ha raggiunto il fortino leghista con il sindaco leghista veronese Tosi che riconosce le coppie ed il leader “desnudo”, pronto a replicare, forte di un vasto e vario vocabolario: “E’ un argomento che non mi appassiona”.

Mentre comprendo e condivido totalmente la nota di Marco Valle sulla manifestazione, organizzata da Isabella Rauti, mi permetto, così da schiarire le idee, non poco confuse e non velleitarie, possedute a destra, di riprendere il giudizio di un autentico uomo di destra, un grande storico, uno dei maggiori del XX secolo, Gioacchino Volpe, sul quale la nostra parte politica dovrebbe improntare la loro azione come ad autentico maestro, trascurando gli sciovinismi della Le Pen. In un articolo, apparso nel 1956, nel caldeggiare inutilmente un patto di alleanza tra Movimento Sociale e monarchici, Volpe includeva al 3° posto tra i punti programmatici proposti: “Coscienza fermissima in chi governa il paese che unirsi associarsi in organismi europei, atlantici, mondiali, interastrali eccetera, presuppone, se non si vuol essere assorbiti da più potenti fauci [Volpe pare presagire la situazione odierna], essere e rimanere se stessi, conservar vigile il senso della propria individualità, condizione essenziale perché il tutto, uno e molteplice, vigoreggi. Anche i nostri europeisti del Novecento, e fra essi un Cavour, eran tali perché vedevano in una stretta solidarietà europea, possibile quando le nazioni si fossero fatte indipendenti, un mezzo per potenziare le nazioni stesse, nella identica maniera che la vita di nazione potenzia gli individui e i gruppi sociali che la costituiscono”.  Al 1° indicava “opposizione al comunismo, in se stesso e in quanto vassallaggio di un partito ad altri, non solo partiti, ma governi stranieri”. Quindi, in altri termini, in concetti attuali, opposizione o contrapposizione assoluta

Tags: Beppe GrilloBerlusconiGioacchino VolpeMarco VallemediasetUomo qualunque
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