
L’abbattimento di un jet russo SU 24 sul confine siriano da parte della Turchia è un fatto gravissimo che conferma non solo l’escalation della crisi medio orientale ma anche, e soprattutto, l’avventurismo del gruppo dirigente di Ankara. Forte della fresca vittoria elettorale e sicuro dell’appoggio americano, Erdogan l’incendiario ha infatti rilanciato con caparbietà il suo progetto neo ottomano sulla regione, sfidando nuovamente la Russia, rivale storico della Turchia.
L’incidente di questa mattina è solo l’ultimo di una serie di provocazioni mirate contro Mosca. Il 5 ottobre scorso il ministero degli Esteri turco protestava per l’intrusione nel proprio spazio aereo di un jet militare russo. Il giorno prima due caccia turchi erano stati — secondo Ankara — inseguiti da un Mig -29 ufficialmente “non identificato”. In una riunione d’urgenza gli alleati della NATO solidarizzavano con la Turchia e diffidavano la Federazione Russa, giudicando il suo atteggiamento “irresponsabile”. Il 16 ottobre L’aviazione turca abbatteva un drone non identificato (ma certamente russo) nei pressi della frontiera con la Siria. Il 27 ottobre Ankara contestava ufficialmente il prezzo del gas e petrolio moscovita e chiedeva un arbitrato per rinegoziare al ribasso (15 % in meno) le importazioni assicurate da Gazprom. Al tempo stesso venivano interrotti gli incontri tecnici sul progetto del gasdotto Turkstream, una linea verso l’Europa alternativa all’attraversamento dell’Ucraina.
Il 20 novembre Erdogan ha convocato l’ambasciatore russo per protestare nuovamente contro i bombardamenti che, secondo Ankara, minacciavano i villaggi turcofonici lungo il confine con la Siria. Oggi l’abbattimento dell’aereo e il linciaggio, a terra, dei piloti. A questo punto, come reagirà Putin? Per il momento il presidente ha definito l’azione «una pugnalata alle spalle condotta da complici dei terroristi» prevedendo conseguenze tragiche nei rapporti con la Turchia. È sperabile che i nervi dell’inquilino del Cremlino siano ben saldi: gli spazi di manovra sono sempre più stretti e l’incendio sembra quasi fuori controllo.