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Il Tempo intervista Mario Flugy Ravetto. A destra nessuna omofobia, solo buon gusto

di Redazione
6 Febbraio 2016
in Home, Società&Tendenze
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Il Tempo intervista Mario Flugy Ravetto. A destra nessuna omofobia, solo buon gusto
       

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Questa mattina diversi quotidiani — “Il Giornale”, “Libero”, Il Tempo” —  hanno ripreso Destra.it, commentando ampiamente l’editoriale di Mario Flugy Ravetto. Tra i vari articoli, spicca per profondità e intelligenza, l’intervista a Mario di Antonio Rapisarda pubblicata su “Il Tempo”. Ve la proponiamo volentieri.

 

«Non è stato facile. La vita privata non si mette in piazza». È destinato a far discutere l’uscita di Mario Flugy Ravetto che in un lungo editoriale su Destra.it in un colpo solo ha fatto outing – «sono un omosessuale di destra» nonché dirigente di Fratelli d’Italia – e con questo ha smontato pezzo dopo pezzo il ddl Cirinnà e le prospettive – matrimoni e adozioni gay – che a suo avviso porta con sé: «Mina alla base il fondamento su cui si è costruito il mondo da quando l’uomo è comparso sulla Terra. È una mostruosità».

Andiamo con ordine. Gay, orgogliosamente di destra, dice no alla Cirinnà. Che cos’è una provocazione?

No. È una protesta. Un modo per dire: “Guardate che le cose non stanno come dite voi”. E non mi interessa che leggi del genere siano state fatte in tutta Europa e nel mondo anglosassone: è una cosa sba-glia-ta. Parliamo dei figli…

Terreno di scontro tra pro e contro.

Io non è che abbia avuto un padre esemplare, credo di poter parlare “ex informata conscientia”, però i padri cattivi, le madri snaturate esistono. E con questi esistono i terremoti, gli uragani: è l’eterno equilibrio della vita.

Lei parla, polemicamente, di una “arciconfraternita” omosessuale intollerante con chi dissente dai diktat libertari. In che senso?

Proviamo assieme ad andare al prossimo Gay Pride, evento in cui non ho mai messo piede, e vediamo quello che succede se la gente dovesse riconoscermi per quello che ho scritto. Veda se non dobbiamo scappare. Qui sta l’altra cosa imperdonabile: si lamentano di essere stati perseguitati e oggi si comportano peggio dei loro presunti persecutori.

A suo avviso il ddl Cirinnà non è nient’altro che “un cavallo di Troia”, per arrivare ai matrimoni omosessuali e a una sorta di legalizzazione di pratiche come l’utero in affitto.

Lei ha dubbi che alle prossime elezioni se dovessero vincere Renzi o i 5 Stelle si passerà velocemente al matrimonio omosessuale? È assolutamente logico che accadrà. A quel punto il portato sarà la filiazione: e là altro che adozioni…si passerà direttamente alla fecondazione assistita e all’utero in affitto. E avranno il coraggio di legalizzare pure questo: se non lo farà il Parlamento lo farà qualche giudice nel nome di “non possono dare alcuni diritti e altri no”…

Adozione ai gay, appunto. Perché no?

Perché belli o brutti i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre. Perché il padre rappresenta un modo di affrontare la vita, la madre un altro. E quindi due omosessuali daranno gli stessi input al bambino. Guardi, sono figlio di genitori separati: so bene che cosa significano queste cose. Però pur nella sua assenza, nel suo modo scostante di fare, mio padre comunque ha rappresentato qualcosa.

Sempre lei scrive di un attacco al “fondamento stesso della società umana”, parlando della liberalizzazione delle unioni omosex. Ossia?

Siamo d’accordo sul fatto che tutte le società, nella storia, si siano fondate sulla famiglia o sulle tribù che comunque erano tante famiglie che si mettevano assieme? Quando si mette in discussione il fondamento lo devono dire chiaro: o vogliono distruggere la società, oppure hanno la grande ambizione di essere dichiarati eterosessuali. È il dubbio che molti omosessuali abbiamo rispetto a coloro i quali vanno starnazzando di matrimoni, di figli. Ditelo: non avete mai accettato di essere stati fatti in questa maniera e volete la patente di eterosessuale…

Tra i cliché che lei smonta arriva quello politico: la destra non sarebbe omofoba…

No. Se posso azzardare una cosa che mi costerà critiche spaventose dico che la destra ha semplicemente buon gusto. Ed è esattamente lo stesso buon gusto che aveva il Pci. Anche a destra non è mai stata gradita l’ostentazione della propria condizione personale.

Come è stato trattato dai suoi sodali dal Msi a FdI?

Non ho mai avuto alcuna difficoltà, per quanto i miei amici sapessero. Sono arrivato nell’esecutivo nazionale del Fdg, con Gianni Alemanno e Maurizio Gasparri. Poi nel Comitato centrale del Msi. An mi ha mandato a rappresentarla nel cda di uno dei teatri di Palermo e l’anno scorso sono stato eletto nell’Assemblea nazionale di Fdi. Questo perché si sa che non rompo le scatole con la mia inclinazione.

Lei dice che omosessuali si nasce ma di destra c’è diventato. La contraddizione, se c’è, dove sta?

Da nessuna parte. È l’ipertrofizzazione del concetto di virilità semmai. Quando iniziai a scoprire che ci sono stati personaggi come Alessandro il Macedone, Achille, per certi versi Giulio Cesare, Edoardo II d’Inghilterra, Leonardo, Michelangelo…questi non erano certo dei progressisti o rivoluzionari ma uomini che hanno tenuto in mano imperi e costruito grandezza. Il problema, insomma, non me lo sono mai posto.

Questo outing, fatto per “necessità”, come la fa sentire?

Mi è stato insegnato che un uomo in certi momenti deve avere il coraggio, quando la posta è veramente alta, di alzarsi in piedi e dire quello che pensa. Ho fatto il mio dovere verso il mio Paese e verso i valori in cui credo.

 

Antonio Rapisarda, Il Tempo, 6 febbraio 2016

Tags: Antonio RapisardaFratelli d'ItaliaFronte della GioventùIl TempoMario Flugy RavettoMSIomosessualità
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