Il Consiglio militare sudanese ha ratificato l’intesa per la realizzazione di una base navale russa sul Mar Rosso. Sembra così sbloccarsi – la crisi politica in Sudan lascia poco spazio alle certezze – una vicenda avviatasi nel 2019, quando Putin e l’allora leader sudanese Omar al Bashir ragiunsero l’intesa per la creazione di una base destinata ad ospitare stabilmente 300 militari russi e fino a quattro unità navali. Il rovesciamento del regime di al Bashir portò alla paralisi del progetto, cui tuttavia Mosca non ha mai rinunciato. Nel 2022 il dialogo è ripreso, fino al via libera di oggi.
Se vedrà la luce, la base navale russa in Sudan sarà la seconda del genere all’estero – dopo quella siriana di Tartus – e potrà giocare un ruolo fondamentale nella complessa partita russa in Africa. Qui Mosca ha già soppiantato la presenza militare francese in diversi Paesi dell’Africa subsahariana, è presente in Libia con i miliziani del Gruppo Wagner ed è impegnata a conquistare uno spazio nell’area strategica del Mar Rosso. Uno scenario che desta non poche preoccupazioni in numerose cancellerie occidentali.