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Nuove povertà italiane/ Tasi, barbùn!

di Eugenio Pasquinucci
26 Dicembre 2015
in Home, Società&Tendenze
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Nuove povertà italiane/ Tasi, barbùn!
       

Oggi sono proprio contento, qui di fianco, al palazzo delle Poste, mi sono procurato del cartone molto spesso e stanotte dormirò più comodo. Mi sono trovato un angolo tra i migliori, in piazza Affari, in pieno centro, con vista su palazzo Mezzanotte, tranquillo e ben riparato, senza fastidiose illuminazioni. I miei vicini non danno fastidio, ognuno ha il suo posto, andiamo d’accordo, nel senso che non ci facciamo la guerra.

Come sono finito a fare il barbone ? Non bevo, sono astemio, non ho avuto pene d’amore, ero felicemente sposato, aborro ogni genere di droghe e non soffro di ludopatia. Avevo un buon lavoro, ero impiegato nel parastato, un discreto stipendio, nessuna preoccupazione di licenziamento ; mia moglie era insegnante di scuola media e i due figli non hanno mai dato grattacapi : studio , sport e qualche ragazza.

Poi un giorno è morto il mio unico zio, il fratello minore di mio padre : ho scoperto di essere l’unico erede di tre appartamenti, di cui uno molto grande, sembrava una fortuna ed invece sono cominciati i miei guai.

Ho detto a mia moglie : “Perfetto, il primo lo affittiamo e gli altri due più piccoli li assegniamo ai figli !”

Con gran parte dei miei risparmi ho pagato tutte le tasse di successione e il costo di tutti i documenti correlati, il notaio, i certificati di decesso , esistenza in vita e quant’ altro di pleonastico viene richiesto dalle banche.

A questo punto dovevo affittare l’appartamento grande: ho trovato una coppia con tre figli ed abbiamo fatto il contratto. Sembrava tutto a posto.

Poi sono arrivate le tasse di giugno, e l’IMU mi ha massacrato. Con mia moglie abbiamo deciso di rinunciare alle vacanze a Riccione, per la prima volta, ma ce ne siamo fatti una ragione. Il nostro inquilino, dopo i primi tre mesi , ha cessato di pagarci, l’avvocato consultato ha detto che sarebbe stata molto dura sfrattarlo, con tre minori in casa. Ad ottobre è arrivata la Tasi ( o la Taru ? o tutte e due?) , fatto sta che l’ho pagata interamente e così ho subito un altro salasso. Poi sono saltate fuori le spese condominiali straordinarie per il rifacimento della facciata di non so quale casa e le ho affrontate. A novembre per la prima volta in vita mia mi chiama la banca perché sono andato in rosso e il tasso d’interesse in questi casi è da usurai. Dopo un mese si fa vivo l’altro cravattaro, lo Stato, che mi chiede il saldo dell’IMU ed altre tasse. Non so come fare, nel frattempo si ammala mia moglie, chiedo aiuto a mia cognata che qualcosa fa ma non più di tanto : ha sempre rinfacciato a sua sorella di aver sposato un mezzo fascista, che poi sarei io, e ora prende le sue rivincite.

Mi ricordo di possedere una discreta somma in una banca dell’Italia centrale, di cui è dirigente il padre di una ministra dell’attuale governo, mi sento tranquillo. Mi reco nella sede centrale, lussuosa, con corridoi con quadri antichi alle pareti e tappeti di pregio sui pavimenti. In un ufficio un funzionario mi comunica, non senza qualche imbarazzo, che i miei risparmi sono carta straccia. Disperato, replico che mi sarei anche accontentato , come risarcimento, di uno di quei preziosi tappeti appena calpestati, ma a questo punto quello stesso funzionario mi guarda a brutto muso, manca solo che mi dica : “ma che cavolo vuoi ?”.

Fatto sta che qualche mese dopo a me requisiranno proprio l’unico tappeto persiano che mi ero comprato appena sposato.

Poi muore mia moglie , mia cognata quel giorno non c’era, partecipava ad un convegno sul femminicidio.

Alla mia compagna di vita assicuro un dignitoso funerale vendendo gli ori di famiglia, che chissà, se li saranno presi i Casamonica.

Poco dopo mio figlio più grande parte per andare a lavorare in Australia ; si era diplomato pasticcere, ha mandato molti curriculum, gli hanno risposto solo da Sydney, un ristorante di lusso, e non si è lasciato scappare l’occasione.

“Papà tieniti il tuo Renzi, io da qui non mi muovo più “ mi ha detto il primogenito. Ma io quel Renzi, rinfacciato da mio figlio, non l’ho mai votato; in realtà, a pensarci bene, nessuno l’ha mai votato.

Poi è stata la volta del più piccolo, ha trovato lavoro a Londra e mi ha scritto :” Papà , preferisco andare adesso in Inghilterra, in aereo come cittadino UE, che un domani di nascosto dentro un Tir.”

Così sono rimasto solo, ogni settimana il custode mi citofonava : “Dottore, una raccomandata! “ e non erano mai lettere di congratulazioni.

Ho cominciato a conoscere gli ufficiali giudiziari, a qualcuno davo anche del “tu”, alla fine mi hanno pignorato la casa. Un giorno ho intravisto il mio inquilino moroso, quello che io alla fin fine mantenevo, guidava un nuovo Suv fiammante, a bordo c’erano moglie , tre figli e labrador d’ordinanza nel vano posteriore.

Non sto a farvela lunga, ora sono qui nel mio condominio di diseredati. Mia cognata non si è fatta mai viva, è quasi sempre a Capalbio, nella sua residenza estiva, assiste una decina di migranti, a distanza ovviamente; io evidentemente debbo essere considerato stanziale perché non mi fila per niente.

Il posto che ho ereditato a piazza Affari “apparteneva” ad un barbone morto congelato l’inverno prima.

Con i miei vicini di casa non c’è mai alcuno screzio, scherzando avrei voluto organizzare qualche assemblea di condomino ma non avrebbero capito l’ironia; qualcuno non avrebbe capito e basta.

Le regole di comportamento sono ferree e dettate dalla vita pulsante della città : si va a letto alle dieci di sera, ci si alza all’alba. Se a qualcuno scappa, si allontana e la fa da un’altra parte. Io sono d’accordo con il custode del palazzo delle Poste, vado in gabinetto lì. Se fa troppo freddo , una guardia giurata di nascosto mi ospita vicino alla sua postazione : perché anche nella sopravvivenza ci vuole più intelligenza che forza.

Durante il giorno mi metto spesso in coda per ritirare il pane dai frati , c’è anche qualcuno che subito dopo si allontana e lo rivende.

In occasione di qualche festività ritiro gli avanzi di Peck, la bottega chic di gastronomia qui vicino, mi so trattare bene se voglio. Ogni tanto vengono a trovarci i volontari mandati dall’assessorato ai servizi sociali, che funziona grazie alle stesse tasse che mi hanno mandato in rovina.

La sera mi addormento sempre pensando ai tanti momenti belli della mia vita trascorsi con la mia amata moglie, ed è un dolce lasciarsi andare. Quanti altri, in questa grande città, hanno questa fortuna ?

 

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Tags: banchelavoropovertàtasse
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