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Nell’editoriale del Corriere della Sera “I vagoni di coda” Carlo Verdelli tenta di spiegare la situazione in maniera, non dice infelice, ma di certo più che incompleta. Il giornalista è avverte: “La crisi. E’ indispensabile trovare il modo di dare coraggio alle persone in grave difficoltà, magari spiegando loro in quale modo sarà possibile riuscire a portarle in salvo. Milioni di vecchi e nuovi poveri non possiamo abbandonali”.
Le stime preliminari (quelle definitive saranno disponibili entro il prossimo giugno) indicano valori dell’incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (dal 6,4% del 2019 al 7,7%, +335 mila) , con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini individuali (dal 7,7% al 9,4%), oltre 1 milione in più che si attestano a 5,6 milioni. Questo vuol dire – nota Verdelli – che “oggi quasi un italiano su 10 fatica moltissimo a fare fronte ai bisogni essenziali: mangiare, curarsi, coprirsi se è freddo”. L’articolo prosegue osservando che per “questi nuovi poveri che affollano le ultime carrozze” “il governo Draghi ha appena stanziato un miliardo di euro”, prospettando l’ipotesi anche che “il convoglio si spezzi in due”.
Per Verdelli “se prima o poi il capo del governo concedesse uno strappo alla regola del silenzio e decidesse di dire qualcosa in pubblico, guardando negli occhi questo Paese smarrito e spiegando la rotta che dovrebbe portarlo in salvo, i primi ad essergliene grati sarebbero proprio quelli che temono di averla già persa, che si sentono abbandonati, che hanno smesso di crederci”. L’editorialista non considera, se non ignora, “il porro unum et necessarium”, cioè che è necessario e di più indispensabile, prova di sensatezza e di equilibrio critico affermare, meglio ancora proclamare le responsabilità enormi e determinanti degli esecutivi Conte, prima gialloverdi con Salvini, e poi giallorossi con il PD.
A ragione è stato rilevato che il “bonus monopattino”e le tante altre facilitazioni inutili, solo demagogiche, hanno costituito “il disastro economico”, con i padiglioni a forma di primula immaginati come hub vaccinali, “politicamente corretti” sono stati il suo analogo nel contesto della disastrosa e disarmante politica vaccinale di Conte, Arcuri e compagnia cantando. Si è arrivati ridicolmente e assurdamente a riconoscere “un ruolo di diga” al reddito di cittadinanza e al reddito di emergenza, in mille e un caso censurabili, infondati, equivoci, e una serie infinita di casi penalmente rilevanti.
aggiungiamo la necessità di una “educazione collettiva” del popolo italiano finora assai carente… siamo a ridosso di anni in cui, pur tralasciando la vergognosa evasione fiscale mai veramente combattuta, le “cicale” hanno messo in condizione le “formiche” di vergognarsi del loro stile di vita improntato all’austerità e al risparmio, prevalendo l’apparire sull’essere… e mi chiedo se queste nuove povertà stiano veramente lottando per il pane (come accadeva nel dopoguerra) o per un companatico che si chiama ristorante, cellulare ultimo modello, botulini, extencion, SUV, viaggi all’estero… Vogliamo una volta tanto chiamare le cose con il loro nome?