Il collegio degli insegnanti della scuola materna, frequentata dal “presidente del Consiglio”, gli ha preparato in questi giorni il copione del pupo adirato, recitato con la consueta protervia sul tema dei rapporti con l’Europa. Dopo una serie di attacchi, sempre predisposti a tavolino, è arrivata la reazione del presidente della Commissione europea, il quale ha sparato “Basta insulti, la flessibilità l’ho introdotta io, non lui”, al quale, secondo quanto indicatogli, il “premier” ha contrattaccato “Non andiamo all’Eu col cappello in mano, non ci intimidisce”.
Questa frase ha goduto immeritato credito anche presso ambienti di destra, che del tutto infantilmente si sono schierati al seguito del “Granduca”, perché aveva difeso “l’Italia”, sorvolando su due elementi sostanziali: 1) la polemica è stata orchestrata, un autentico polverone, al fine di nascondere altri problemi più gravi e mortificanti, come lo scandalo della Banca Etruria e come il disegno di legge sulle unioni civili; 2) il “leader” per la sua inconsistenza e per la sua superficialità non ha neanche coscienza del ruolo, dell’impegno e del futuro dell’ Italia.
Questi rilievi sono stati in parte mossi anche da un fan, come Giuliano Ferrara, che non si è trattenuto dal denunziarne la leggerezza e la stucchevole ripetitività delle proposte. Ha aggiunto poi – evidentemente spazientito – che “oltre che la faccia, Renzi dovrebbe metterci la testa, perché governare non è come governare alla “Ruota della Fortuna”.
Osservazione ugualmente negative e critiche sono state espresse da un editoriale di Antonio Polito, rovinato da un macroscopico errore di stampa, in cui la negazione “non” è anticipata e nasconde il vero significato dell’attacco. Il giornalista ricorda infatti che il toscano è l’unico leader tra i 28 europei a “non essere baciato dal consenso popolare “. La chiusura non è altro che una puntigliosa riprovazione degli errori compiuti. Ad avviso di Polito “il governo italiano deve farsi alleati. Innanzitutto nella Commissione. Il nostro unico membro in quell’organismo, Federica Mogherini, ha detto che è “stupido creare divisioni in seno all’Europa”: tocca a lei prevenire la stupidità. Inoltre Roma deve chiarire quale è la sua proposta per riformare la Ue, invece di infilarsi in una spirale di repliche e ripicche. E su questo le idee non sembrano molto chiare. Il sottosegretario Gozi aveva infatti annunciato da parte di Roma una iniziativa per la revisione dei Trattati, ma il giorno dopo ha dichiarato che “nessuno sano di mente può imbarcarsi oggi a cambiare i Trattati””. Agli autentici esperti l’ardua sentenza.
Un passaggio della nota offre la possibilità di verificare la situazione in Italia: “Renzi è abituato ad avere ragione dei suoi avversari sfruttando il favore dell’opinione pubblica”. Infatti nessuno della sedicente opposizione si è impegnato, anche per la mancanza di un adeguato sostegno giornalistico e televisivo, a dimostrare, dati alla mano, i banali se non miserevoli effetti delle misure, ovvero delle elemosine, predisposte dal governo: i 2,63 euro quotidiani degli 80 mensili, l’1,09 quotidiani in caso dell’eliminazione di IMU di 400 euro, 0,82 in caso di 300 euro e 0,55 se di 200. Colpisce poi la remissività di uomini della tradizione politica di Gianfranco de Turris, che , dopo aver sacrosantamente lamentato il nullismo ormai cronico della destra, finisce con il riconoscere che “il baldo boy scout che siede a Palazzo Chigi” “mette in campo una riforma dietro l’altra”, come se le realizzasse e soprattutto attuasse.
Una parola poi su Ostellino, che, forse ignorando la pesantezza e la prepotenza oppressive dei regimi rossi esistenti in Cina, nella Corea del Nord e a Cuba e delle dittature islamiche, continua a definire l’Italia “un paese illiberale”, dove “solo dei fascisti possono vietare i gadget fascisti”.