Dall’isola di Cuba e da uno dei suoi porti più vicini alle coste degli Stati Uniti a 45 chilometri da l’Avana, il porto di Mariel, la ritmica del son cubano e dei sui celebri sestetti avaneri, rischia di fermarsi. Così vorrebbero i loro dirimpettai. L’idillio successivo alla XXV Commissione Intergovernativa Cina-Cuba per le Relazioni Economiche e Commerciali tenutasi nella capitale cubana il 26 settembre 2012, ha sancito una nuova rotta da seguire nell’interesse economico (da anni Pechino investe in Centro-Sud America) mirato allo sviluppo e alla crescita dei due stati. Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri e co-presidente della Commissione, Ricardo Cabrisas Ruiz, e il suo corrispondente, il ministro del Commercio e capo della delegazione cinese Chen Deming, avviarono secondo le dichiarazioni rilasciate da Cabriras, «un forte impulso al commercio dei servizi e degli investimenti reciproci, tutto a beneficio delle relazioni bilaterali».
L’importanza dei “rapporti spaziali” tra le diverse componenti e l’acquisizione di intese strategiche del BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), sono spesso e volentieri, riproposte da alcuni organi di stampa, all’opinione pubblica, sotto le vesti, come la prima zona del libero scambio cubano. Illogicamente e senza tener conto delle sinergie che dovrebbero invece caratterizzare l’euro zona e che, a differenza delle cinque nazioni sorelle, sono inesistenti. A un anno di distanza e senza troppi fronzoli, seguendo una progettazione a termine, Fernando Pimentel, ministro dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero brasiliano firmò con Raul Castro un accordo e una concessione che includevano 200 milioni di dollari per il programma alimentare a Cuba; entrando di diritto nell’ampliamento del porto di Mariel, stabilendo la giusta sintonia in un tavolo decisionale, con lo scopo di incrementare lo sviluppo dell’isola e quel progetto di accrescimento dell’area portuale che, in data 30 agosto 2012, sembrava essere pura utopia, persino per un’improbabile fase embrionale, riconducibile alle collaborazioni (utili) tra Cuba e Brasile, avviate nei primi giorni del mandato presidenziale brasiliano di Lula e proseguite successivamente da Dilma Rousseff, oggi, diventate realtà.
L’avanzata del BRICS, nonostante la crisi, è giunta nella fase più acuta: il ministro degli esteri russo Dmitri Medvedv ha deciso di volare in Brasile. Per godere del clima mite brasiliano? Probabilmente solo a termine dei lavori della sesta riunione della commissione russo-brasiliana di altissimo livello sulla cooperazione, tenutasi il 20 e 21 febbraio 2013. La “Voz & Violão” del cantante brasiliano Gilberto Gil e il canto dei Cosacchi Bianchi russi, decisamente diversi, intonano unitamente i sette accordi di collaborazioni in vari campi. Spaziando dalle richieste brasiliane di rafforzamento degli spazi aerei in vista dei prossimi mondiali del 2014 e delle prossime Olimpiadi verdeoro del 2016: la Russia venderà l’insieme completo dei missili e artiglieria Pantsir S1 e del sistema di lanciatori portatili di missili terra-aria Igla-S. Superando, prontamente, ogni ostacolo ed ogni possibile intralcio rappresentato da improbabili gare d’appalto che, a termine della chiusura della commissione bilaterale, paiono azzerate per la costruzione di quattro impianti nucleari in Brasile entro il 2030.
Un interscambio che andrebbe ad accrescere il comparto energetico di entrambe le nazioni: la presenza di Gazprom a Rio-de-Janeiro sin dal 2011, vedrebbe incrementare maggiormente le attività principali dell’azienda. Quali, l’esplorazione geologica, la produzione, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e la vendita di gas e petrolio, così come lo sviluppo e la commercializzazione delle fonti di calore e di energia elettrica. Il tutto ornato dalla forzatura, in questo caso positiva, da sponda brasiliana, della compartecipazione di una delle grandi fonti del finanziamento locale a tassi agevolati; l’ingresso del Banco nacional do desenvolvimento economico e social (Bndes), «la società Pubblica Federale vincolata al Ministero dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero Brasiliano» che contrariamente a quanto avviene in Italia e in Europa, dilaniate dalle politiche del Denaro della Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi, è l’unica depositaria, l’istituto pubblico che attua l’incentivazione dei progetti a medio-lungo termine delle aziende locali e il getto d’acqua dei finanziamenti a lungo termine. Dall’idea aristotelica di usura? A tassi agevolati in quanto agenzia del Governo Federale addetta all’incentivazione dello sviluppo del Paese. In grado di investire e coinvolgere il ministro russo D. Medvedv nel settore dell’istruzione alle pendici del Pan di Zucchero. Una firma che vale la somma dei sette accordi dell’intesa russo-brasiliana, firmando e impegnandosi ad includere l’aiuto russo al programma “Scienza senza Frontiere”: da intendere come l’abbattimento delle partecipazioni atlantiche, nella ricerca e nell’interscambio tecnologico e formativo che contempla solo i legittimi membri, dei paesi aderenti al BRICS.
Pensare alle vicende cubane, e contemporaneamente riassumere il tutto in un’unica visuale, è forviante. Il porto di Mariel e il suo ampliamento, valgono più, come abbiamo avuto modo di vedere, di chi vorrebbe segnalarne una logica libero scambista. Tutto al più, composta da blocchi ed embarghi che non frenano l’alternanza e la compartecipazione ad un unico progetto, siglando accordi militari ( russo-cubani), commerciali ed energetici, consolidati. Fare rete e massimi sistemi, quando l’Europa è sommersa dal pressappochismo culturale, politico, strategico, colpita nelle relazioni economiche e geopolitiche. Fidel Castro e la sua rivoluzione permanente sono quasi giunti al termine. Emerge dopotutto, suddiviso alcune volte in maniera impercettibile e in più strati dell’animosità del Centro-Sud America, l’intendere il cambiamento come un’assunzione di responsabilità contro l’omologazione imperante, attraverso manifestazioni di volontà compiute. Virare a Destra e a Sinistra senza credere nella cultura del popolo dell’avvenire ? Compiti e doveri di chi si domanda, nella peggiore delle ipotesi, come salvare l’Italia e l’Europa in cui crediamo. Da Dublino a Vladivostok, andata e ritorno.